20 Gennaio 2016: la Chiesa venera i Santi Fabiano e Sebastiano

downloadIl 20 Gennaio il calendario ricorda i Santi Fabiano e Sebastiano.

Fabiano fu il ventesimo vescovo di Roma e Papa dal 236 al 250, anno della sua morte.

Il Pontefice, succeduto a papa Antero – che aveva governato la Chiesa per due soli mesi -, visse in un periodo tranquillo, sotto gli imperatori Gordiano III e Filippo l’Arabo.

Intrattenne rapporti coi cristiani dell’Africa e dell’Oriente, si dedicò all’organizzazione ecclesiale di Roma dividendo la città in sette distretti (“diaconie”), ognuno dei quali governato da un diacono; risistemò i cimiteri cristiani e fece traslare le spoglie di Papa Ponziano (morto nel 235), nelle catacombe di San Callisto a Roma.

Nel 249 Filippo l’Arabo fu ucciso a Verona dalle truppe del rivale Decio che, per ragioni politiche, volle ripristinare l’antica religione romana. L’imperatore impose a tutti i sudditi romani di proclamare solennemente l’adesione al paganesimo tradizionale (pena la morte), sacrificando pubblicamente un animale.

A questi veniva rilasciato un libello, un certificato che attestava la qualità di buon seguace degli antichi culti.

Alcuni cristiani ricaddero nel paganesimo, altri escogitarono stratagemmi per ottenere il libello senza dover immolare agli dèi, altri si rifiutarono di abiurare e affrontarono la morte.

Papa Fabiano fu tra i primi a rifiutarsi di abiurare la fede cristiana e l’imperatore, che ravvisava nel Pontefice un nemico personale e un rivale, lo fece imprigionare nel carcere Tulliano, dove il 20 gennaio del 250 morì di fame e di stenti.

Fu sepolto nella cripta papale delle catacombe di San Callisto e onorato come martire.

Nel XV secolo le ossa del santo furono donate alla città di Cuneo – attualmente collocate nella cappella delle reliquie del museo diocesano della Diocesi di Cuneo, presso la chiesa di San Sebastiano -, in luogo di quelle di San Sebastiano, richieste per la nuova chiesa dedicata a questo Santo.

 

Secondo la tradizione San Sebastiano era un militare cristiano che si valse dell’amicizia del sanguinoso imperatore Diocleziano, per soccorrere i cristiani incarcerarti e condannati al supplizio.

Nato a Milano nel 256 da madre francese e padre italiano, inseguì la carriera militare solo per servire i fratelli nella fede, che soffrivano le persecuzioni.

Diocleziano gli offrì l´incarico di capitano della prima compagnia della Guardia Pretoriana a Roma, ma l’imperatore scoprì che il cavaliere era di fede cristiana lo condannò a morte.

Sebastiano fu legato al tronco di un albero ed il suo corpo trafitto da numerose frecce. Ritenendolo morto il suo corpo fu abbandonato ma una vedova, che intendeva seppellirlo, gli prestò le dovute cure e lo salvò.

Tempo dopo, Sebastiano si presentò al cospetto di Diocleziano e lo criticò aspramente per la campagna persecutoria a danno dei suoi sudditi. Ancora una volta l’imperatore dispose la sua condanna, cosicché il santo fu flagellato fino alla morte, che lo prese nel 288.

San Sebastiano fu seppellito in una catacomba che porta il suo nome e sulla quale è stata costruita una delle sette principali Chiese di Roma, la Basilica di San Sebastiano, in Via Appia.

Il Martire è oggetto di un culto antichissimo e ha inoltre un’importanza particolare, non riconosciuta dalla Chiesa cattolica, per la comunità non eterosessuale, all’interno della quale numerosi omosessuali lo rivendicano come santo patrono e come intercessore.

Michela De Minico