Ha suscitato scalpore ed un fiume di polemiche, l’ultima vignetta pubblicata da Charlie Hebdo e dedicata ad Aylan Kurdi, il bimbo siriano di 3 anni trovato morto sulla spiaggia turca di Bodrum in seguito ad un naufragio, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. La vignetta ironizza sul suo possibile futuro, qualora fosse sopravvissuto, mostrandolo con una faccia da maiale, insieme ad un altro migrante dal medesimo aspetto, mentre rincorre una ragazza; sotto la vignetta, disegnata da Laurent Sourisseau, è invece presente la scritta “cosa sarebbe diventato il piccolo Aylan se fosse cresciuto? Molestatore di sederi in Germania”. Parole che hanno destato grosse critiche: in tanti sul web si sono schierati contro la vignetta considerandola di cattivo gusto mentre altre persone hanno accettato l’idea di fondo legata alla satira.
Il padre del piccolo Aylan, Abdullah Kurdi, ha definito la vignetta “inumana e immorale” dicendosi molto più triste di quando ha perso il figlio ed il resto della famiglia. Citato dai media curdi ed intervistato dall’agenzia di stampa francese Afp l’uomo ha sottolineato, in merito all’immagine del figlio ‘palpeggiatore’ in Germania: “Quando ho visto quell’immagine non ho potuto far altro che piangere. La mia famiglia è ancora sotto shock”. Secondo il genitore la vignetta pubblicata sul magazine satirico non è diversa dall’atto dei “terroristi e criminali di guerra che uccidono persone innocenti e le costringono a lasciare il proprio Paese”. Parole arrivate a poche ore dalle dichiarazioni di Rania di Giordania riportate su Twitter, dove ha scritto: “Aylan vrebbe potuto diventare un medico, un insegnante, un papà che adora i suoi figli….”, associando questa frase ad
un’opera del caricaturista giordano Osama Hajjaj, una vignetta ben diversa da quella di Charlie Hebdo.
Daniele Orlandi