L’inchiesta britannica sull’omicidio di Alexander Litvinenko, ex spia russa morta a causa di un avvelenamento da polonio a Londra nel lontano 2006, ha stabilito che il presidente russo Vladimir Putin abbia probabilmente approvato l’omicidio.
Il giudice Robert Owen, presso l’Alta Corte di Londra, ha dichiarato che “L’operazione del Fsb ( il noto servizio di sicurezza russo) per uccidere Litvinenko fu probabilmente approvata da Patrushev e anche dallo stesso presidente Putin.”
Nikolai Patrushev era l’allora capo del Fsb e che dal 2008 è il segretario del Consiglio per la sicurezza russo.
Litvinenko fu avvelenato in un hotel di Londra con una tazza di tè che conteneva del polonio-210, un isotopo radioattivo estremamente costoso, disponibile soltanto in strutture nucleari chiuse.
Un vero e proprio omicidio da film thriller.
L’inchiesta della polizia inizialmente condusse i magistrati britannici a chiedere l’estradizione dalla Russia di Andrei Lugovoi, ex guardia del corpo del Cremlino, con l’accusa di omicidio per Andrei Lugovoi, poichè prese il tè con Litvinenko al Millennium Hotel nel quartiere di Mayfair a Londra.
L’ultima inchiesta, però, si è soffermata anche sul socio e sull’amico di Lugovoi, Dmitry Kovtun, ex militare sovietico ed imprenditore che era presente all’incontro in albergo con Litvinenko.
Il giudice Owen ha inoltre dichiarato che:
“Quando Lugovoi avvelenò Litvinenko è probabile che lo fece agli ordini del FSB. Voglio aggiungere che ritengo sia una forte probabilità. Ho rilevato che anche Kovtun ha preso parte all’avvelenamento. Le prove che ho indicato sopra stabiliscono che ci sono forti indizi circostanziali della responsabilità dello Stato russo nella morte di Litvinenko.
Chiara Lomuscio