Una nuova giornata di tensione e protesta, la terza di fila, quella che si accinge a vivere oggi la città di Genova. I lavoratori Fiom – dell’Ilva occupata e non solo – sono in corteo alla volta della Prefettura.
Secondo il segretario della Fiom genovese, Bruno Manganaro, “non basta l’apertura” del ministro Federica Guidi, “ci vuole l’impegno del governo”. E così, alle prime luci del mattino, polizia e carabinieri presidiano già la Prefettura e la stazione ferroviaria di Principe. Gli operai si danno appuntamento per le 8,30 in piazza Massena a Cornigliano. Fiom e Fails sostengono i lavoratori dell’Ilva, ma ci sono anche i metalmeccanici. Si procede alla spicciolata fuori dalla fabbrica, dove molti operai hanno trascorso la notte, e per strada gruppi di altre fabbriche si uniscono e procedono assieme accogliendosi l’un l’altro con applausi ed urla di incoraggiamento. Al concentramento arrivano anche gruppi di studenti, il segretario della Camera del lavoro e il segretario regionale Cgil, Federico Vesigna. Il presidente dell’Anpi di Genova, Massimo Bisca e il consigliere regionale di Rete a Sinistra. Il corteo è aperto da uno grande striscione rosso: “Pacta servanda sunt”. Quando la manifestazione arriva all’altezza di lungomare Canepa, dove si trova il cordone delle forze dell’ordine, la tensione sale immediatamente. La grande ruspa gialla “Dito”, mascotte degli operai, è li a due passi dalle concitate contrattazioni. Intanto escono dalla fabbrica anche gli operai delle Riparazioni Navali, che si vanno ad unire ai manifestanti in centro. Sembra una giornata del secolo scorso, con padroni da un lato e operai con elmetti gialli dall’altro. Una nota del Pd rende nota la posizione del partito di governo in attesa dell’incontro fissato per il 4 di febbraio: bisogna “lavorare tutti per abbassare la tensione, che sta superando il livello di guardia, e agire per ricomporre un fronte unitario dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni locali. Il Partito Democratico è impegnato, proprio in questa prospettiva, a mettere in sicurezza due aspetti fondamentali: le garanzie occupazionali per il lavoratori e la certezza di una prospettiva industriale per tutta l’Ilva”.
Giuseppe Caretta