“Caro Matteo, sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato.” Inizia con queste parole la lettera di dimissioni che il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha recapitato al premier dopo lo scandalo che l’ha travolta in queste ore.
A far saltare la sua poltrona è stata un’intercettazione nata da un’inchiesta della procura di Potenza sulla gestione dei rifiuti nel centro Eni nella quale la Guidi rassicura il suo compagno, Gianluca Gemelli, sul via libera ad un emendamento che bene si accordava con i suoi interessi imprenditoriali. Così parlava infatti il ministro: “Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se.. è d’accordo anche Mariaelena la… quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte.. Rimetterlo dentro alla legge.. con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo sbloccare anche Tempa Rossa… ehm… dall’altra parte si muove tutto!”
Tempa Rossa è, per l’appunto, un progetto di estrazione di petrolio sul quale Gemelli aveva forti interessi, molto contestato dalle associazioni ambientaliste. Chiedendo alla Guidi se la cosa lo riguardasse direttamente, il ministro poi gli risponde: “Eh certo, capito? Per questo te l’ho detto”.
E’ proprio dopo queste rassicurazioni, fanno sapere gli inquirenti, che Gemelli telefona al rappresentante della Total: “La chiamo per darle una buona notizia- dice- Si ricorda che tempo fa c’è stato un casino, che avevano ritirato un emendamento.. ragion per cui c’erano di nuovo problemi su Tempa Ross… pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al senato.. ragion per cui, se passa…e pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni… (…) se passa quest’emendamento.. che pare… siano d’accordo tutti… perché la Boschi ha accettato di inserirlo… (…) è tutto sbloccato! (ride ndr).. volevo che lo sapesse in anticipo!”
Nelle carte dell’inchiesta la magistratura ha ritenuto che l’imprenditore fosse interessato alla vicenda Tempa Rossa, gestita dalla Total perché, in tal modo, le sue aziende avrebbero guadagnato circa due milioni e mezzo di sub appalti.
Giuseppe Caretta