Il capo dell’antiterrorismo del Marocco, Abdelhak Khiame, ha reso partecipe il mondo di come una squadra di agenti dei servizi segreti abbia scovato un deposito di armi chimiche appartenenti a delle cellule del’Isis. All’ interno degli ordigni si trovava un gas contaminante (l’Iprite) altamente letale capace di causare la morte istantanea anche al solo tocco. Il gruppo terroristico stava preparando una serie di attacchi a quattro città marocchine: gli obbiettivi degli attacchi, che sarebbero stati portati da quattro attentatori suicida per ogni città, erano i palazzi del governo e le principali attrazioni turistiche. Dopo le speculazioni dei giorni scorsi sulla tipologia dei prossimi attacchi, adesso, dopo questo blitz dei servizi segreti marocchini, sono chiare, infatti, siamo venuti a conoscenza( grazie a Khiame) che i terroristi islamici avevano per obbiettivo anche alcune città della Gran Bretagna e dell’Europa e la tipologia d’attacco preventivata era proprio tramite l’esplosione di questi ordigni chimici.
I portavoce dei servizi segreti hanno inoltre aggiunto che all’interno del covo di questa cellula dell’Isis marocchina hanno trovato delle tracce che testimoniano che alcune armi create in quel covo sarebbero state trasportate da dieci uomini in Libia. Per quanto allarmante sia stato il ritrovamento degli ordigni di Iperite: un tipo di tossina chimiche che veniva utilizzato durante la prima guerra mondiale ad alta mortalità; quello che, però, ha destato maggiore preoccupazione è stato il ritrovamento di tre barili dove era contenuta la neuro tossina Epsilon: si tratta, infatti, di un agente biologico estremamente letale a cui difficilmente i soggetti esposti riescono a sopravvivere e che può essere usato per contaminare cibo e acqua senza lasciare tracce. Questo ritrovamento è la dimostrazione che un impegno costante dei servizi segreti può portare a dei risultati tangibili, dei risultati che grazie alla collaborazione tra i paese potrebbero diventare determinanti ai fini di sgominare la minaccia costante rappresentata dall’Isis.
Fabio Scapellato