Obesità, fra dieci anni il primato andrà all’Inghilterra

Obesità, gli inglesi saranno più a rischio
Obesità, gli inglesi saranno più a rischio

Inglesi extralarge, con un tasso di obesitò pari al 38% delle donne e degli uomini. Sono le stime previste per il 2025 da uno studio sull’aumento dell’obesità nel mondo, e sopratutto in Europa, come riporta un articolo apparso nei giorni scorsi sul Sun.

Obesità in aumento, tra dieci anni gli inglesi al primo posto

Secondo le statistiche, infatti, nel corso del prossimo decennio la popolazione del Regno Unito sarebbe la più soggetta ad andare incontro a un aumento dell’obesità; nel 2025 si calcola che ben quattro inglesi su dieci saranno in sovrappeso. Nessuna particolare distinzione, invece, fra i due sessi; nelle cosiddette categorie a rischio rientrerebbero tanto gli uomini quanto le donne.

Attualmente è Malta lo Stato europeo con il maggior tasso di obesità fra le donne, corrispondente al 28,5% della popolazione; seconde le inglesi, al 28,4 per cento. A pari merito, invece, gli uomini. Ma nel 2025 Malta potrebbe slittare fino in terza posizione nella classifica dei Paesi Europei con il più alto tasso di obesità, oltrepassa dalla Gran Bretagna e dall’Irlanda.

Il Regno Unito, avvertono gli esperti, si ritroverebbe così a diventare il Paese più sovrappeso in tutta l’Unione Europea, e il quarto in tutto il mondo, dopo Stati Uniti, Canada e Nuova Zelanda. Con gli inevitabili rischi che un tasso così elevato di popolazione obesa comporta per la salute.

L’aumento dell’obesità potrebbe portare l’Inghilterra sull’orlo della bancarotta

Secondo Tim Fry, del National Obesity Forum, un aumento incontrollato dell’obesità (che attualmente costa già più di sei miliardi) rischierebbe seriamente di far collassare il sistema sanitario nazionale britannico. “Non si tratterà di un’emergenza nazionale, come è già stata soprannominata, ma di una vera e propria tragedia nazionale.” E avverte; “Di questo passo, la Gran Bretagna finirà per ingozzarsi fino a scoppiare. (…) Il Governo non può più starsene con le mani in mano. Occorre prendere tutte le misure precauzionali possibili, prima che sia troppo tardi.”

Ma mettere un freno al fenomeno potrebbe rivelarsi più difficile del previsto; il monito giunge dal professor Majid Ezzati, dell’Imperial College di Londra, secondo cui un’alimentazione sana è oggigiorno molto più costosa di una a base di alimenti ad alto tasso di calorie.

“La frutta fresca, per esempio”, spiega il ricercatore, “è proporzionalmente molto più cara dei cibi preoctti. E il pane integrale costa di più rispetto a quello bianco.” Il Governo, insiste Ezzati, deve tenere conto di queste difficoltà economiche per consentire alla popolazione di nutrirsi nel modo migliore senza tuttavia spendere cifre esagerate. “Non serve a nulla continuare a ripetere alle persone di condurre uno stile di vita sano e genuino, senza agevolazioni economiche e sussidi mirati per venire incontro alle famiglie e ai consumatori.”

Cristina Pezzica.