
L’ennesima conferma che a pagare il prezzo più caro delle atrocità della guerra sono molto più spesso gli innocenti, e sopratutto i bambini, arriva dagli Stat Uniti e più precisamente dal Sun. Il celebre notiziario online ha dedicato un articolo alla drammatica vicenda di un bambino di undici anni, afflitto da PTSD (post-traumatic stress disorder, o disturbo post traumatico da stress) mal diagnosticata in seguito alla morte del padre, caporale dei lanceri in Afghanistan ucciso dai Talebani.
“Dì a Babbo Natale di non portarmi regali, rivoglio solo il mio papà”
Sono le parole che si è sentita rivolgere la madre del bambino, figlio del caporale dei lanceri Tommy Brown, in servizio nei Corpi Speciali e ucciso nel 2009 a Helmand, durante lo scoppio di una bomba.
La donna racconta che il ragazzino (che aveva cinque o sei anni all’epoca in cui il padre fu ucciso) apprese la notizia per errore, guardando la televisione. Infatti la madre aveva tentato di tenerlo all’oscuro dei fatti almeno fino a che non fossero trascorse le festività natalizie. “Spiegargli quello che era accaduto”, racconta la donna nell’articolo del Sun, “è stato un tormento che mi ha spezzato il cuore. La cosa più difficile che abbia mai fatto è stata dire a nostro fglio che il suo papà non sarebbe più tornato a casa.”
PTSD trascurato dai medici; “Sta bene, gioca troppo con l’Xbox.”
Da quel momento per il figlio di Tommy Brown ha inizio un vero e proprio calvario, vissuto con disperazione dalla madre impotente. “Mi ricordo che piangeva sempre, mi diceva; Dì a Babbo Natale di non portarmi i regali, di non portarmi niente, per Natale rivoglio soltanto il mio papà.”
In seguito è diventato evidente, almeno agli occhi della donna, come il bambino soffrisse di un vero e proprio malessere psicofisico in seguito alla terribile disgrazia. La madre racconta di averlo visto sempre più apatico, innappetente; “si isolava dai compagni” e “aveva serie difficoltà a dormire“. Il piccolo avrebbe sviluppato anche una serie di tic nervosi, sopratutto al collo e agli occhi.
Ma la reazione dei medici di fronte alle preoccupazioni della donna è stata di un’indifferenza assolutamente agghiacciante. “Sta benissimo, gioca troppo con l’Xbox, guarda troppo la televisione.” Anche se la madre ha tentato di spiegare l’accaduto e le circostanze in cui il bambino aveva appreso della morte del padre, i dottori a cui si è rivolta hanno escluso che potesse esistere un qualche collegamento fra i sintomi manifestati e l’elaborazione del lutto. E hanno consigliato alla donna di far visitare il figlio a un esperto per il tic agli occhi. Insomma un vero e proprio caso di malasanità in cui un disturbo psicologico è stato letteralmente trascurato, senza pensare all’impatto che un evento di quella portata potesse avere sulla mente di un bambino.
Il medico militare riconosce i sintomi da PTSD; “Non è colpa tua”.
Poi, fortunatamente, la svolta. La madre riesce a fissare un appuntamento con un altro dottore, già medico militare e che era stato a sua volta impegnato nelle operazioni in Afghanistan, proprio come il caporale Brown.
“E’ stato fantastico”, racconta ancora la donna. “Non appena ha visto mio figlio ha capito subito che si trattava di PTSD, post-traumatic stress disorder, il disturbo da stress post-traumatico. Lo aveva visto succedere tante volte a uomini adulti.”
“Ricordo”, prosegue la madre del bambino, “che aveva gli occhi lucidi quando si è inginocchiato accanto a mio figlio e gli ha detto; Non è colpa tua. Il mio piccolo è scoppiato in lacrime di sollievo. Per anni i dottori avevano detto che i suoi sintomi erano capricci, che era tutta colpa sua, mentre adesso finalmente ha capito che non è così.”
Il ragazzino è stato preso in cura da un team di specialisti di salute mentale, e, a quanto riporta il Sun, oggi sarebbe già un’altra persona e starebbe facendo enormi progressi per superare il trauma della perdita del papà.
Cristina Pezzica