Si è svolta ieri, come ogni anno, la fiaccolata organizzata dai cittadini dell’Aquila per ricordare, e commemorare, le vittime del terremoto che il 6 aprile del 2009 uccise 309 persone.
Una fiaccolata silenziosa, composta da 7000 mila persone, che come ogni anno hanno approfittato di questo momento per chiedere alle istituzioni verità e giustizia sulle responsabilità di quella terribile tragedia: “Domani- ha annunciato Vincenzo Vittorini, capo di una delle associazioni dei familiari delle vittime del terremoto- un corriere nazionale consegnerà all’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, una petizione con 3000 firme, affinchè rinunci alla prescrizione nel processo “Grandi Rischi bis”. Bertolaso ha più volte espresso la volontà di rinunciare alla prescrizione: noi vogliamo che lo faccia proprio domani e non, come ha ribadito lui, ad ottobre. In questo modo dimostrerà che la sua non è solo un’operazione mediatica”.
Un grido di rabbia, dunque, per una città che non ha dimenticato quelle ferite rimaste ancora aperte dopo 7 anni. Ed è proprio dinanzi ai luoghi simbolo di quella terribile notte che l’Aquila si ferma a rendere omaggio: la casa dello studente, via Belvedere, via Campo di Fossa. Qui, dove tanti giovani hanno perso la vita, la mamma di un ragazzo greco urla il suo dolore fra due ali di folla che resta muta, composta, aspettando una giustizia e un impegno alla ricostruzione che l’Italia, in questi anni, sembra avere del tutto messo da parte.
Giuseppe Caretta