Nel mondo moderno attento alla continua evoluzione tecnologica e votata quasi esclusivamente al profitto quello che ne fa le spese è la biodiversità del fauna terrestre. Secondo una studio approntato dall’Unione internazionale per la salvaguardia della natura( la principale organizzazione mondiale sull’argomento) i dati parlano di un rischio altissimo della scomparsa di tutti gli anfibi. I risultati degli studi parlano del 41% delle specie di anfibi( si parla di circa 7500 specie diverse) sarebbero già etichettate come: “vulnerabili, a rischio ed a forte rischio“.
Quello che preoccupa in questa situazione è che a differenza degli altri animali a rischio come orsi polari, panda o rinoceronti, in questo caso a scomparire non sarebbe il singolo animale, la singola specie o la famiglia, ma l’intera macro categoria degli anfibi: per essere maggiormente chiari la scomparsa di un intera macro categoria come in questo caso comporterebbe un danno pari alla scomparsa di tutti i mammiferi, dei rettili e dei volatili. Siamo dunque, davanti ad uno scenario preoccupante che è stato confermato persino dalle autorità in difesa dell’ambiente che confermano che gli anfibi sono la classe di animali più a rischio del’intero pianeta.
Ma cosa comporterebbe la scomparsa di questa intera classe? Gli anfibi sono dei formidabili cacciatori di insetti, serpenti e volatili, la loro scomparsa comporterebbe un aumento spropositato delle specie da loro cacciate e, con questo aumento, uno scompenso considerevole nella catena alimentare che vive già di deboli equilibri. I dati di questo studio mostrano inoltre l’inquietante crescita dei dati di scomparsa delle specie, sembra infatti che, solamente 33 specie di anfibi sono scomparse a partire dal 1500 al 2000, mentre negli ultimi 20 anni ne sarebbero scomparse addirittura 168( sono ovviamente dati da confermare). Si tratta, dunque, di una situazione davvero preoccupante a cui le autorità cercheranno di porre rimedio cercando di salvaguardare gli habitat naturali di queste specie.
Fabio Scapellato