Regeni: oggi vertice a Roma fra inquirenti Italia-Egitto

E’ cominciato stamane, attorno alle dieci, il summit fra gli inquirenti italiani ed egiziani per fare il punto sul caso della morte di Giulio Regeni. Presso la Scuola di polizia di via Guido Reni, a Roma, sono presenti i vertici dei 111753074-a8dfe529-a77f-45be-8cc1-eb26587b72acmaggiori organi investigativi italiani: dai dirigenti della polizia di Stato e del Raggruppamento operativo speciale (Ros), a quelli dell’Arma dei Carabinieri, passando da quelli del Servizio centrale operativo (Sco). Oltre a loro, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco.

Di contro, dall’Egitto sono giunti il procuratore generale aggiunto Mostafa Soliman, il generale Adel Gaffar, il “comandante” Mostafa Meabed, l’ufficiale Ahmed Aziz ed il generale Alaa Azmi, “vice direttore delle indagini criminali di Giza. Lui, nello specifico, è il vice di Khaled Shalabi, l’uomo che l’Anonimo ha indicato a Repubblica come colui che dispose la sorveglianza di Regeni prima del sequestro e poi la tortura.

Intento del vertice è quello di avere finalmente un confronto aperto con gli investigatori egiziani. Primo passaggio sarà, certamente, uno scambio di fascicoli e documenti che gli inquirenti italiani chiedono a gran voce da parecchio tempo all’Egitto.

Non si sa se verranno finalmente consegnati i tabulati delle celle telefoniche che l’Italia va chiedendo a gran voce da settimane, né i video delle telecamere di videosorveglianza presenti attorno alla casa di Giulio e alle fermate di ingresso e di uscita  della metropolitana che il ricercatore avrebbe attraversato la notte di quel fatidico 25 gennaio, però le autorità egiziane hanno garantito che i documenti che stanno per essere consegnati agli inquirenti contengono informazioni importanti. Tremila pagine, duemila fino a pochi giorni fa, fra le quali si trovano oltre 200 verbali di testimonianza.

E mentre si aspetta di capire quale sarà l’esito di questo incontro, un ennesimo editoriale del Times di Londra scrive con tagliente realismo: “Il presidente Al Sisi ha promesso all’Italia la verità ma, fino ad ora, dall’Egitto c’è stato solo offuscamento”, in un episodio che secondo il quotidiano non è una “atrocità isolata”, e conclude: “l’omicidio di Giulio Regeni fa emergere qualcosa di marcio nello Stato egiziano.”

Giuseppe Caretta