Panama papers, si dimette ministro dell’industria spagnolo: “Ho arrecato danno al Partito”

Che fosse uno tsunami politico lo si era capito scorgendo la lista dei nomi presenti nell’elenco. I Panama papers continuano ad essere una brutta gatta da pelare per molti leader internazionali, dalla Russia al Sud America. Così panama_paper_josé_manuel_soria-770x494oggi tocca alla Spagna assistere alla defezione di uno dei suoi leader più conosciuti: Josè Manuel Soria, ministro dell’industria e del turismo del già acciaccato governo Rajoy, si è dimesso dopo aver tentato di giustificare in tutti i modi la sua presenza all’interno di questo elenco.

Una lettera, nella quale ammette di “non aver fornito informazioni precise su fatti accaduti più di venti anni fa” ha sancito la sua “rinuncia alle funzioni” di governo.

Il primo ministro aveva cercato in tutti i modi di difenderlo, sostenendo che avesse “fornito tutte le spiegazioni” necessarie, ma quando il nome di Soria è spuntato fuori in alcune imprese con sede nell’isola di Jersey è stato chiaro che, ormai, per l’uomo forte della destra spagnola non ci sarebbe stata possibilità di salvezza. Un’altra vittima illustre, quindi, dopo l’onta che si è abbattuta su industriali, uomini dello spettacolo ed anche dello sport. In Spagna, tra gli evasori illustri, figurano nomi del calibro di Pedro Almodovar, una nipote di Picasso, gli eredi di Francisco Franco, e persino il campione del Barcellona Lionel Messi. Un terremoto, che è destinato a fare ancora molte altre vittime.

Giuseppe Caretta