Iraq: l’Italia sarà in prima linea con l’arrivo di 8 elicotteri d’assalto

Sarà guerra anche per i militari italiani, quella vera, o forse lo è sempre stata sin da principio e questo è solo un particolare in più in un conflitto che ormai non ha più neppure una data di scadenza. Otto elicotteri italiani Militari-italiani--1024x714interverranno in prima linea nel pantano iracheno. Non elicotteri da ricognizione, ma vere e proprie perle dell’industria bellica a disposizione del nostro esercito. Si tratta di quattro elicotteri NH90 e di quattro elicotteri da battaglia Mangusta. I primi caratterizzati da cabine blindate, mitragliere a canne rotanti e apparati per evitare i missili terra-aria. I secondi sono velivoli armati con un pezzo a tiro rapido, missili a guida laser e interamente corazzati.

E’ la nuova linea d’azione del nostro contingente in territorio iracheno: “attività di personnel recovery in condizioni non permissive”, questa l’espressione usata per definirla. In soldoni si tratterà di intervenire per soccorrere feriti, recuperare soldati accerchiati. Se necessario, i nostri soldati lo faranno anche sotto il fuoco nemico combattendo e rispondendo come solitamente si fa quando la guerra smette di essere una “missione umanitaria”.

Cambi di strategia che il Pentagono aveva vivamente suggerito e che portano entusiasmo tra le truppe dei peshmerga, mai graziati da tanto aiuto occidentale. Resta però l’incognita rappresentata dalle roccaforti dello Stato Islamico, come Mosul e Makhmour. Vere e proprie trincee dove l’ingresso per le truppe alleate è praticamente impossibile. Stando alle ultime stime degli strateghi occidentali, per espugnare la capitale del Califfato servirebbero tra i 24mila e i 36mila soldati. Praticamente un’invasione in pieno stile. Da ricordare come, a breve, sia previsto anche l’avvio dei lavori di consolidamento della diga di Mosul da parte della ditta di Cesena Trevi, vincitrice dell’appalto. Uno scenario che ha sempre più il sapore della guerra, quella vera.

Giuseppe Caretta