Quello di oggi è un viaggio un po’ diverso dagli altri. Nei viaggi apostolici si fanno tante cose, c’è sempre la gioia dell’incontro. Oggi no. E’ un viaggio segnato dalla tristezza. Andiamo a incontrare gente che soffre, non sa dove andare, ha dovuto fuggire. Andremo anche a un cimitero: il mare. Tanta gente è annegata.”
E’ con queste parole che stamani Papa Francesco ha voluto aprire il suo viaggio alla volta dell’isola di Lesbo, crocevia del dramma dell’immigrazione e simbolo delle contraddizioni che stanno attraversando il continente europeo.
Un viaggio iniziato alle 7.17 di oggi, quando l’aereo privato del Pontefice è partito dall’aeroporto di Fiumicino per arrivare alle 10.05 (09.05 ora italiana) a quello di Mytilene, in Grecia. Qui Bergoglio è stato accolto dal primo ministro, Alexis Tsipras, che ha speso parole di ringraziamento “per il messaggio contro la guerra” che il Papa ha lanciato al mondo. Calorosi saluti sono arrivati anche da parte di Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli, da Hieronymus, arcivescovo di Atene, e da parte di Frangkiskos Papamanolis, Presidente della Conferenza Episcopale Greca. “Sono venuto per ringraziare il popolo greco per la sua generosità- ha ribadito il Pontefice-. La Grecia è culla di civiltà e si vede che continua a dare esempio di umanità, e a mostrare coraggiosamente questa generosità.”
Successivamente Bergoglio ha raggiunto il Moria Refugee Camp, che ospita attualmente più di 2.500 richiedenti asilo. Siriani, soprattutto, ma anche afgani e iracheni. Li, ad attenderlo, c’erano 150 piccoli ospiti fra gli 8 e i 16 anni. Con ognuno di loro il Papa si è intrattenuto qualche secondo, dispensando saluti e baci senza risparmio. Poi ha attraversato il cortile ed ha incontrato altri 250 richiedenti asilo. Quando è arrivato nel gruppo di donne coperte dal velo, Papa Francesco si è limitato ad inchinarsi in segno di rispetto senza porgere la mano. Una volta terminata la visita al campo, è stata la volta dell’incontro privato con premier Tsipras. A fare da leitmotiv della giornata, ovviamente, le divisioni che stanno contrapponendo l’Europa sul modo opportuno di gestire la crisi umanitaria rappresentata dall’immigrazione: “E’ la catastrofe umanitaria più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale”, ha ricordato il Papa. Per entrambi, comunque, il problema richiede “una risposta che rispetti le leggi europee e internazionali”. Nel primo pomeriggio il Pontefice si sposterà quindi al porto per incontrare la cittadinanza. Li ci sarà il lancio in mare di alcune corone di alloro in ricordo delle vittime dei naufragi. Poi, alle 15,15, il rientro alla volta di Ciampino.
Ultima nota al margine: la consueta delegazione di 70 giornalisti con i quali il Papa è solito portare a termine i suoi viaggi sarà ridotta a 45 perché, sull’aereo, prenderanno posto anche tre famiglie fra le più bisognose, scelte a caso, che andranno a vivere nelle due parrocchie del Vaticano.
Giuseppe Caretta