Non solo Giappone, la terra trema anche in America Latina: un potente terremoto (7,8 gradi di magnitudo sulla scala Richter) ha colpito l’Ecuador, spargendo terrore e causando danni in tutto il Paese.
Ad ora, secondo le stime del vice presidente Jorge Glas, i morti sarebbero una ottantina e i feriti circa 600: si attendono squadre di soccorso specializzate dalla Colombia e dal Messico al fine di aiutare la popolazione (già supportata da oltre 1200 volontari, a detta della Croce Rossa dell’Ecuador).
Il primo sisma è stato registrato alle 2 italiane, con epicentro a circa 170 chilometri da Quito e a 27 chilometri da Muisne, importante meta turistica. Per capire come si tratti di un terremoto particolarmente violento (qualora il dato in sé dei 7,8 gradi di magnitudo non bastasse), bisogna pensare che a 300 chilometri di distanza dall’epicentro, nella più grande città del Paese, Guayaquil, è crollato un ponte.
Si tratta del più forte terremoto dal 1979 e nelle sei provincie più colpite (dove diversi quartieri sono rimasti senza corrente elettrica e senza copertura per i telefoni cellulari) è stato dichiarato lo ‘stato di eccezione’ da parte del Presidente. Misura che viene utilizzata eccezionalmente per ragioni di ordine pubblico o in caso di disastri naturali, come nel caso dell’eruzione del vulcano Cotopaxi dello scorso anno.