Urne aperte dalle 7 di stamane per il referendum abrogativo sulla durata delle concessioni alle compagnie estrattive. Si voterà fino alle 23 nella speranza, da parte dei promotori, che venga raggiunto il quorum richiesto per rendere valido il voto.
I primi dati sull’affluenza sono attesi attorno a mezzogiorno, momento nel quale si potrà incominciare a fare qualche paragone rispetto ai passati referendum che, a parte quello sull’acqua pubblica del 2011, non hanno mai avuto molto seguito sin dagli anni ’90. Ed infatti in tutte le convocazioni elettorali referendarie dell’ultimo ventennio il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto non è stato mai raggiunto.
Proprio su questa recente disaffezione alla res pubblica punta il governo, che negli scorsi giorni ha apertamente invitato i cittadini a non andare a votare (il premier l’ha definita una cosa “inutile”). Non è dello stesso parere il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grosso, che ha ricordato al primo ministro come quello della partecipazione democratica sia un dovere di ogni cittadino, nonché un diritto: “Si deve votare, nel modo in cui ogni cittadino crede di votare, ma si deve partecipare al voto”, ha quindi ribadito Grosso. Stesso parere per la presidente della Camera, Laura Boldrini, e per il presidente della repubblica, Sergio Mattarella.
Ricordiamo inoltre che il quesito posto oggi a votazione è di natura abrogativa, perciò sarà necessario segnare la casella SI qualora si intenda abrogare una parte della legge oggi in vigore. Il quesito, a grandi linee, interroga gli elettori se vogliono che, “quando scadranno le concessioni, venfano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio.”
Giuseppe Caretta