Se la notizia dovesse essere confermata si tratterebbe del naufragio più grave dopo quello che lo scorso anno costò la
vita ad 800 migranti. E’ infatti ancora senza certezza l’informazione che circola in queste ore e che parla di “quattro imbarcazioni sfasciate” capovoltesi nel tentativo di raggiungere l’Italia, secondo quanto riferisce la Bbc Arabic. Sempre il corrispondente dell’emittente in Kenia ha fatto sapere di aver parlato con i parenti di tre giovani che sarebbero tra gli annegati. Le nazionalità presenti sui barconi, infatti, dovrebbero essere somale, etiope, eritree e keniote. Altre fonti, per ora ufficiose, sostengono che la tratta interessata fosse quella che va dall’Egitto all’Italia.
E mentre sono in corso le operazioni di ricerca si apprende che, nella notte di ieri, le squadre di soccorso sono riuscire a trarre in salvo 29 persone. Numeri che, se confermati, presenterebbero all’Europa l’ennesima ecatombe del mare. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo stamane nel corso della cerimonia di presentazione dei candidati ai premi David di Donatello, ha commentato: “C’è veramente bisogno di pensare, oggi, di fronte ad un’ennesima tragedia in cui sono morte centinaia di persone, ad un anno da una tragedia simile in cui ne morirono 800”.
Troppo morbida come posizione, per il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. “400 immigrati dispersi. Altro sangue sulla coscienza dei trafficanti di uomini, altro sangue sulla coscienza dei politici finti buoni complici dell’invasione”, ha detto commentando l’accaduto. Intanto, mentre la politica battibecca, il prefetto Vittorio Piscitelli, Commissario straordinario del governo per le persone scomparse ricorsa che stamattina è salpata “la nave incaricata dalla Marina militare di effettuare il recupero del peschereccio, carico di migranti, affondato esattamente un anno fa al largo delle coste libiche”. Un relitto nel quale la Marina militare “ha stimato che possano esserci, in stiva, dai 200 ai 400 corpi”. E nessuno, in un anno, che abbia pensato di andare a recuperarli.
Giuseppe Caretta