Referendum trivelle: niente quorum. Renzi: “La demagogia non paga”

Il quorum, alla fine, non è stato raggiunto. Mentre è ancora in corso lo spoglio delle schede ciò che risulta certo è che il dato di affluenza, seppur parziale, si ferma al 31,4%. Nulla di fatto dunque, anche qualora ad uscire vincitore referendum_r439_thumb400x275dovesse essere il SI, cosa che pare molto probabile, il voto non sarà comunque valido legalmente.

Secche le prime dichiarazioni del premier: “Massimo rispetto per tutti gli italiani andati al voto, comunque essi abbiano votato- ha chiosato con molta più disponibilità al voto di quanto non avesse fatto prima che si avesse la certezza della sua non validità-. Chi vota non perde mai”, ma ha anche aggiunto che “il governo non si annovera tra i vincitori. I vincitori sono gli ingegneri e gli operai, lavoratori delle piattaforme”. Una posizione che è sempre stata attaccata dai promotori del referendum poiché tacciata di demagogia e stasera, il presidente del Consiglio, ha parole al vetriolo anche per loro: “Gli sconfitti ci sono, hanno nomi e cognomi. Sono quei consiglieri regionali e alcuni presidenti di regione che hanno voluto cavalcare questo referendum per esigenze personali. Per esigenze di conta interna da parte di qualcuno. E’ la dimostrazione che la demagogia non paga.”

Guardando però i dati dell’affluenza nel Paese ci si rende immediatamente conto che a pesare sul coinvolgimento degli italiani è stata, forse più della demagogia, la valenza paradossalmente geografica della tematica affrontata. Sono state infatti le regioni meridionali, più interessate alle trivellazioni, a registrare il maggior numero di votanti. Prima fra tutte la Basilicata, unica regione nella quale si è sfiorato il quorum con il 49,5% di votanti. Anche la Puglia ha risposto positivamente, con un’affluenza del 40% che è sopra la media italiana. Fiacca invece l’affluenza fra gli elettori all’estero. Hanno votato solo il 19,81 degli aventi diritto. Pochi, troppi pochi per raggiungere quei 25.393.171 necessari per rendere legalmente valido il referendum. Un traguardo che dal 1997 ad oggi è stato centrato soltanto nel 2011, in occasione del referendum sull’acqua pubblica.

Giuseppe Caretta