L’ex stella di Lazio ed Inghilterra, Paul Gascoigne, continua la sua lotta contro la dipendenza dall’alcol, una dipendenza che prima gli ha tolto la possibilità di avere una carriera ancora più luminosa e che ora che ha smesso di giocare potrebbe togliergli anche la vita. Adesso a 48 anni l’ex calciatore inglese afferma di non volersi arrendere come ha fatto in passato un altro grande del calcio britannico, quel George Best che sul letto di morte ha maledetto la dipendenza che lo ha fatto morire prematuramente nel 2005( a 59 anni).
Dopo undici mesi di astinenza dall’alcol, il mese scorso, Gazza è ricaduto nel vortice, a dichiararlo era stato il quotidiano inglese ‘Sun‘, in quell’articolo erano state pubblicate le immagini di Gascoigne che cercava di prendere un taxi con in mano una bottiglia di gin ed un pacco di sigarette, ma il tassista si è rifiutato di farlo entrare ed è partito mentre questo provava a salire in macchina facendolo cadere. A causa di quella caduta Paul ha riportato una ferita al labbro ed al mento. Dopo quell’episodio l’ex calciatore è tornato in cura presso la clinica Providence Project di Bornemouth dove da oltre undici mesi è in cura per cercare di vincere la battaglia più importante della sua vita.
Proprio in merito alla sua dipendenza ed all’ultimo incidente Gascoigne è stato intervistato qualche giorno fa dall’emittente ‘Good Morning Tv’, durante questa intervista il campione inglese ha minimizzato l’episodio del mese scorso dicendo che si è trattato di un incidente di percorso, poi ha aggiunto che la terapia sta funzionando e che ormai si tiene pulito da oltre undici mesi. Infine ci ha tenuto a ringraziare il centro di recupero che lo sta aiutando a superare la sua dipendenza dicendo che gli stanno offrendo un notevole aiuto ed ha precisato il motivo che lo porta a continuare a frequentare il centro “A volte vado lì per aiutare me stesso, ma anche per aiutare qualcun altro”. Dunque Gazza ci sta provando davvero, perché come dice lui stesso non vuole fare la fine del grandissimo Best: “Lui è morto. Io non sono come lui, non voglio arrendermi”.
Fabio Scapellato