Il 20 Aprile la Chiesa Cattolica celebra la memoria liturgia di Sant’Anselmo d’Aosta, vescovo e dottore della Chiesa.
Venerato come santo anche dalla Chiesa anglicana Anselmo d’Aosta, conosciuto anche come Anselmo di Canterbury, nacque ad Aosta nel 1033 o 1034, figlio di ricchi e nobili genitori.
Sin da piccolo mostrò una profonda vocazione religiosa, sicché a 15 anni espresse il desiderio di diventare monaco. Il padre l’ostacolò e, morta sua madre che sempre si era curata della sua educazione, Anselmo differì il suo intento di consacrarsi alla vita monastica e si abbandonò alle cose mondane.
A 23 anni partì alla volta della Francia; giunto in Normandia, nel 1060 a 27 anni entrò nell’abbazia benedettina di Bec, dove studiò presso Lanfranco di Pavia.
Nel 1063 Anselmo successe a Lanfranco in qualità di priore di Bec. Nei successivi quindici anni di priorato si dedicò interamente alla preghiera, allo studio e alla scrittura, portando avanti un’intensa attività pedagogica e didattica.
Con Anselmo l’abbazia di Bec divenne uno dei più importanti e rinomati centri di studi d’Europa, attirando studenti da ogni parte del continente.
Nel 1079 Anselmo fu abate di Bec, poi viaggiò fino a Canterbury, dove venne in contatto con Guglielmo il Conquistatore.
Tra il 1080 e il 1085 compose numerosi scritti teologici.
Quando Guglielmo II d’Inghilterra, alla morte di Lanfranco, confiscò i beni e i terreni dell’arcivescovato di Canterbury, Anselmo fu costretto a lasciare l’Inghilterra per alcuni mesi, per farvi rientro quando il re lo nominò arcivescovo di Canterbury.
Pur conservando la carica di arcivescovo Anselmo, più volte esiliato, viaggiò lungo l’Italia, per poi rientrare in Inghilterra nel 1107.
Due anni dopo, il 21 Aprile 1109, morì e fu sepolto nella cattedrale di Canterbury ma le sue spoglie, successivamente, andarono perdute.
Fu canonizzato nel 1163 da papa Alessandro III.
Teologo, filosofo, monaco e arcivescovo, Anselmo di Canterbury è considerato tra i massimi esponenti del pensiero medievale cristiano, dichiarato dottore della Chiesa da papa Clemente XI nel 1720.
Michela De Minico