23 Aprile 2016: si festeggia San Giorgio martire

Il 23 Aprile la Chiesa Cattolica celebra la memoria liturgica di San Giorgio martire.

Venerato da tutte le Chiese che riconoscono il culto dei santi – la Chiesa Orientale lo chiama “Megalomartire” -, in base alle notizie riportate nella Passio Sancti Georgi – tuttavia classificata come opera apocrifa -, San Giorgio sarebbe nato in Cappadocia intorno al 280, da padre persiano e madre cappadoce, entrambi cristiani.

In Palestina divenne ufficiale delle milizie di Diocleziano che, di lì a poco, lo avrebbe condannato al martirio per aver espresso apertamente la sua fede in Cristo e strappato l’editto con cui l’imperatore romano sanciva l’inizio delle persecuzioni.

Condotto davanti al giudice gli fu imposto di abiurare e di sacrificare agli dèi, pena la morte, ma l’impavido Giorgio si rifiutò con risolutezza.

Fu torturato e rinchiuso in carcere dove ebbe una visione di Dio che gli preannunciava sette anni di tormenti, tre volte la morte e altrettante volte la resurrezione.

Tagliato in due da una ruota chiodata resuscitò operando la conversione del “magister militum” Anatolio, uccidendo tutti i suoi soldati; entrato in un tempio pagano ne distrusse con un soffio gli idoli; convertì l’imperatrice Alessandra; ottenne dal Signore che l’imperatore e i suoi 72 dignitari fossero inceneriti e, infine, si lasciò decapitare, il 23 Aprile dell’anno 303.

Il culto di San Giorgio è antichissimo: risale al IV secolo ed è presente in moltissimi comuni d’Italia, in Gran Bretagna, Irlanda, Catalogna, Portogallo, Lituania.

Sin dal Medioevo il santo cavaliere viene raffigurato nell’atto di uccidere il drago, a simboleggiare la vittoria di Cristo su Satana (per i crociati il drago trafitto dalla lancia del  santo guerriero rappresentava l’Islam sconfitto).

Nella “Leggenda Aurea” Jacopo da Varagine illustra l’origine dell’iconografia classica di San Giorgio; qui si narra che a Silene in Libia, nelle acque di uno stagno, abitava un famelico drago cui gli abitanti del posto offrivano due pecore ogni giorno.
Quando queste cominciarono a scarseggiare si decise di sfamare il mostro una pecora e un giovane estratto a sorte.

Sicché fu la volta della figlia del re ma il cavaliere Giorgio, in cambio della conversione  di tutti gli abitanti della città, uccise la bestia immonda salvando la principessina.

Le reliquie di San Giorgio sono attualmente conservate in una cripta sotto la chiesa cristiana (di rito greco-ortodosso) di Lydda, l’odierna Lod in Israele.

È il protettore dei soldati, dei cavalieri, degli arcieri, degli armaioli e degli scout, e viene invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra, la sifilide e, nei paesi slavi, contro le streghe.

Michela De Minico