Nuovi raccapriccianti dettagli sulla gestione dei propri uomini da parte dell’Isis sono emersi in questi giorni, grazie ad alcuni informatori che hanno rivelato, al quotidiano arabo ‘Al Sumaria News‘, i dettagli di una dura punizione inflitta a 45 guerriglieri colpevoli di aver disertato il proprio dovere. Secondo quanto riportato dal quotidiano in questione, alcuni capi dell’organizzazione terroristica avrebbero inflitto a 45 uomini, colpevoli di essere scappati davanti all’avanzamento delle truppe governative irachene (lasciando in questo modo scoperto il fronte), una condanna a morte quantomeno malata come monito per coloro che volessero seguire il loro esempio: i soldati che si sono macchiati di diserzione sono stati costretti a morire lentamente dentro una cella frigorifera in preda a dolori atroci. Questa violenta e cruenta punizione è solo l’ultima in ordine di tempo in una lista di metodi disumani di esecuzione che all’interno dello stato islamico sono all’ordine del giorno, qualche tempo fa, ad esempio, un uomo è stato ucciso con una collana di bombe che gli ha fatto esplodere la testa, mentre un altro veniva fatto annegare in una piscina, senza dimenticare le terribili immagini dell’ostaggio che veniva bruciato vivo dentro una gabbia.
Si tratta chiaramente di un messaggio ai propri adepti intenzionati ad abbandonare l’Isis: in accordo con le analisi effettuate dal medio oriente, sembra, infatti, che le truppe dell’Isis sarebbero in ripiegamento, con sempre più territori liberati dalla morsa dell’occupazione terroristica grazie all’avanzamento delle truppe regolari irachene. Inoltre, la scorsa settimana il governo americano ha inviato alcuni elicotteri da guerra (gli Apache) e oltre 200 truppe per aiutare la riconquista di Mosul e dell’antica città siriana di Palmyra, dove l’Isis, come conseguenza del suo passaggio, ha saccheggiato, ha distrutto monumenti ed ha decapitato i nativi, e restituire, così, il controllo delle due città nelle mani delle truppe governative. Queste recenti sconfitte, insieme alla perdita di potere economico ha causato diverse diserzioni che i capi dello stato islamico hanno deciso di combattere con paura e violenza.
Fabio Scapellato