Liga: Diego Simeone squalificato per tre giornate

simeoneIl carattere è ciò che lo ha reso grande sia come calciatore che come allenatore, la foga che mette nel suo lavoro è un tratto distintivo che lo rende unico e che trasforma le sue squadre in macchine da guerra, ma sabato scorso proprio la sua foga è sconfinata in qualcosa che va oltre il furore agonistico facendogli usare un trucchetto per svantaggiare la squadra avversaria impegnata in una disperata rimonta. Diego Pablo Simeone è così, puro istinto e rabbia, ma la bravata contro il Malaga gli costerà cara, perché la federazione calcistica spagnola, questa volta, ha deciso di prendere provvedimenti e squalificare ‘el cholo‘ per tre giornate.

Durante la gara contro gli andalusi, l’Atletico stava soffrendo il palleggio del Malaga che costantemente giostrava il pallone nella trequarti conchonera, così, sul finire del primo tempo, sembra che Simeone abbia lanciato un secondo pallone in campo per fare interrompere il gioco ed annullare il vantaggio dei padroni di casa. L’arbitro visto il pallone in campo è andato subito dal tecnico argentino e gli ha sventolato in faccia il cartellino rosso. Oggi la commissione disciplinare ha deciso l’entità della squalifica (saranno tre le giornate comminate al tecnico colchoneros) che impedirà all’allenatore dell’Atletico di partecipare al rush finale di campionato, un finale che vede i madrileni a pari punti con la capolista Barcellona in un testa a testa emozionante che ricalca quello che li ha visti conquistare la Liga due anni fa.

Sulla decisione della commissione disciplinare si sono espressi i legali dell‘Atletico Madrid che presenteranno ricorso nella speranza di ridurre la squalifica per il tecnico argentino: alla base del ricorso c’è il referto dell’arbitro nel quale c’è scritto che il direttore di gara non ha visto Simeone lanciare il pallone in campo ma vista la direzione ha presunto che fosse stato lui, inoltre, sembra che nemmeno le telecamere siano state in grado di riprendere il momento del lancio del pallone in campo, ci sono, dunque, i presupposti perché il ricorso venga accettato.

Fabio Scapellato