Il garante della Privacy ha bacchettato Facebook e ha espresso la necessità di avere più trasparenza sul trattamento dei dati degli utenti, e di combattere con più intensità i profili fake che rubano le informazioni degli utenti.
La vicenda che ha portato il Garante a questa conclusione è iniziata con un utente di Facebook, il quale accettò l’amicizia di un soggetto che iniziò a fargli richieste di denaro, stalkerandolo e minacciandolo. Non solo: egli creò anche un falso profilo con nome, dati e foto dell’utente, utilizzandolo per diffondere notizie false online e per screditare il soggetto stesso.
Quando la vittima si rivolse a Facebook, però, non ottenne una risposta soddisfacente, e decise di rivolgersi al Garante della Privacy il quale, dopo aver deciso che il caso ricadeva sotto la competenza della legge italiana, ha poi sottolineato che l’utente vittima della brutta esperienza aveva diritto di conoscere tutti i dati che lo riguardavano, compresi quelli condivisi dall’account fake, nonché di chiedere la cessazione dell’attività degli account falsi.
L’autorità ha inoltre chiesto a Facebbok di bloccare gli account fake senza però cancellarli, dato che essi potranno tornare utili in tribunale. Si tratta di una sentenza molto importante in tema di privacy e dati personali, che sicuramente creerà un precedente in caso si ricreino situazioni simili su Facebook.