Il caso della piccola Fortuna Loffredo potrebbe essere giunto ad una svolta. Il compagno della donna a cui è morto il figlioletto di soli tre anni nelle stesse condizioni di Fortuna, Antonio Giglio, è stato incolpato dell’omicidio. Si tratta di Raimondo Caputo. Lui e la donna si trovavano già in carcere per pedofilia e violenze sulla figlia.
Due lunghi anni hanno separato i genitori di Fortuna dalla verità: la madre si dice soddisfatta, ma ha sempre saputo, sostiene, che l’assassino viveva in quei palazzi. E che tanti, fra quelle case scrostate e quelle piazzette dove si spaccia in continuazione, sapevano cosa era successo: ma non parlavano, anzi tentavano di depistare la polizia.
Oggi però le cose sono cambiate grazie alla testimonianza di tre minori che hanno collaborato con psicologa e polizia per incastrare l’orco. Il padre di Fortuna, che all’epoca della morte della figlia era in carcere per contrabbando di sigarette, è furioso. E chiede che i giudici siano implacabili con il sospetto omicida come lo sono stati con lui. Non riesce a perdonarsi che, il giorno della morte della piccola, lui era in carcere anche se, sostiene, avrebbe avuto diritto a dei permessi “che non sono stati calcolati”. Oggi non si dà pace: “Non ho potuto difenderla”.