Il 1° Maggio si festeggia San Giuseppe lavoratore, nel Nuovo Testamento sposo della Vergine Maria e padre putativo di Gesù, che viene celebrato, in quanto tale, il 19 Marzo.
Definito un uomo “giusto” nella Bibbia, è venerato dalle Chiese Cattolica e Ortodossa.
Nel Vangelo secondo Matteo (13,55) si legge che Giuseppe era un “téktón”, termine greco impiegato per designare un lavoratore impiegato nell’ambito edilizio, tant’è che uno studioso ha ipotizzato che egli fosse un vero e proprio imprenditore, appartenente a una famiglia benestante di Nazaret.
Talora chiamato “fabbro”, talora “legnaiuolo” o “falegname”, molto probabilmente fu tutte queste cose, in ogni caso un lavoratore instancabile che si lavorò da mane a sera per tutta la vita.
Figlio di Davide, nonostante secondo alcuni Giuseppe avesse preso in moglie Maria in veneranda età, è più plausibile ritenere che all’epoca del fidanzamento con la Beata Vergine egli fosse ben più giovane, anzi, nel fiore degli anni.
In una occasione anche Gesù viene chiamato da San Marco evangelista “téktón”, secondo le usanze ebraiche infatti i bambini, a cinque anni, cominciavano l’istruzione religiosa e contemporaneamente l’apprendimento della professione del genitore.
Insieme Giuseppe e Gesù avrebbero lavorato per qualche tempo a Zippori, a pochi chilometri di distanza da Nazaret.
Nel 1955 papa Pio XII istituì la memoria liturgica di San Giuseppe nel contesto della festa dei lavoratori, pertanto egli viene venerato come il protettore dei padri, dei carpentieri, dei lavoratori, degli economi e dei moribondi.
Michela De Minico