Giornata intensa per Pino Maniaci, il direttore di Telejato, uomo simbolo dell’antimafia, indagato dalla Procura di Palermo per estorsione ai danni dei sindaci di Borgetto e Partinico.
Arrivato davanti al Palazzo di Giustizia stamani, chiuso in un’espressione seria e vestito in giacca e cravatta, il giornalista si è fermato qualche istante a rispondere alle domande dei colleghi: “Vivo in una località segreta, come i pentiti”, ha dichiarato in risposta a chi gli domandava quale fosse il suo attuale domicilio dopo il divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani impostogli dalla magistratura.
Adesso i suoi legali, Antonio Ingroia e Bartolo Parrino, sono a colloquio con lui prima che venga chiamato dal gip.
Appena terminato l’interrogatorio, fanno inoltre sapere i suoi avvocati, ci sarà una conferenza stampa presso lo studio Parrino, in via Santorre di Santarosa 1, dove verranno chiariti i dettagli dell’intera giornata. “Nelle carte della Procura- ha affermato il legale- non c’è la prova che Maniaci abbia ammorbidito le sue inchieste in cambio di soldi. Credo che la Procura di Palermo abbia avuto una caduta di stile nell’accomunare il nome di Maniaci a quello dei mafiosi. Forse abbiamo fatto troppa antimafia con i simboli. Maniaci non lo santificavo prima e non lo demonizzo ora.” Intanto la posizione del direttore di Telejato appare compromessa, così come la sua immagine pubblica.
Giuseppe Caretta