Unai Emery ci è riuscito di nuovo, il suo Siviglia per il terzo anno consecutivo raggiunge la finale di Europa League: si tratta di un record, infatti, mai nei 45 anni di storia della coppa una squadra era riuscita a raggiungere la finale per tre anni di fila. Quello che sorprende, però, non è tanto il conseguimento di questo straordinario risultato ma le modalità con cui è arrivato; dopo due anni con la stessa formazione, infatti, lo scorso anno la dirigenza (seguendo un dictat societario che prevede la cessione dei pezzi migliori) gli ha smontato la squadra privandola della punta di diamante, quel Carlos Bacca che abbiamo imparato ad apprezzare persino in un Milan mediocre, del perno di centrocampo (M’Bia) passato al Trabzonsport ed anche del miglior laterale a disposizione, Alex Vidal, che in estate è passato al Barcellona.
Il tecnico non si è scomposto, in attacco ha prima cercato di adattare Llorente ed Immobile (ad essere sinceri l’italiano ha avuto poche chance) allo stile di gioco del Siviglia con scarsi risultati, e poi ha puntato su Kevin Gameiro facendolo diventare da panchinaro a titolare inamovibile (il francese è stato il trascinatore della formazione andalusa con 7 gol in 14 partite di Europa League); a centrocampo ha sostituito M’Bia con Nzonzi senza che si avvertisse differenza ed al posto di Vidal ha puntato tutto sul brasiliano Mariano, anche in questo caso, con egregi risultati. Sembra che i calciatori in questo Siviglia siano solo ingranaggi di un meccanismo rodato, perfettamente intercambiabili tra di loro, la forza degli andalusi, infatti, è un gruppo coeso che gioca a memoria e si compatta nelle partite più importanti. Il terzo successo di fila, però, è tutt’altro che scontato, in finale, infatti, la squadra di Unai Emery si dovrà scontrare contro il Liverpool di Jurgen Klopp (i reds ieri sera hanno eliminato il Villareal con un secco 3-0) in una sfida che vede contro due allenatori emergenti con la filosofia del gioco d’attacco. Comunque andrà a finire il tecnico spagnolo ha dimostrato di essere uno dei migliori allenatori su piazza e di meritare una chance in una grande squadra magari per vincere anche la Champions.
Fabio Scapellato