Segnali positivi dall’economia italiana, ma “l’evoluzione del clima di fiducia rimane incerta e l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana”. Nel contesto di una crescita europea del PIL, quindi, l’Italia fa bella figura ma dopo il piccolo arresto di febbraio il dubbio è che la crescita possa subire rallentamenti nel breve periodo. A dirlo è proprio l’ISTAT nella nota del mese.
I segnali positivi, come ammettete l’istituto, ci sono stati: miglioramento della produzione industriale, dell’occupazione, crescita del potere di acquisto e dei consumi delle famiglie. Però il clima di fiducia, per l’ISTAT, rimane un po’ altalenante. A febbraio si è verificato un blocco dell’economia, un rallentamento dei ritmi di crescita che adesso potrebbe avere ripercussioni sul breve periodo. Insomma, l’ultima parola sull’economia italiana non è mai detta. Nonostante sulla carta piccoli segnali di ripresa ci siano, le famiglie continuano a fare fatica ed anche la produzione si rallenta, si ferma e poi riparte.
Segnali di uscita dalla crisi, o semplice situazione di stallo che dura da mesi? Eppure le previsioni del secondo semestre dovrebbe seguire quella del primo, raggiungendo un +0,3% del PIL come ha sostenuto anche il presidente ISTAT, Giorgio Alleva. Il PIL continuerà a salire, si spera. Anche se questo non significa in toto ripresa economica.