Quella di oggi è una giornata davvero importante per gli abitanti delle Filippine chiamati ad eleggere il loro sedicesimo presidente. E lo sa bene anche Google, che ha scelto di dedicare a questo appuntamento elettorale il doodle del giorno. I quasi 56 milioni di filippini che oggi potrebbero recarsi alle urne non indicheranno sulla scheda solo il nome del successore del presidente Benigno Aquino, ma anche quelli del vicepresidente, dei senatori e di moltissimi amministratori locali che aspirano a governare regioni, province e città. Tanto che il motore di ricerca più famoso del mondo è arrivato a chiosare: “Le Filippine si alzeranno come un nuovo Paese domani”.
La voglia di rinnovamento che sembra fiutarsi nel Paese del Sud-Est asiatico potrebbe premiare Rodrigo Duterte, il 71enne sindaco di Davao che ha incardinato la sua campagna elettorale sull’ostentazione della forza e della tolleranza zero su molti temi scottanti. Stando ai sondaggi, infatti, sarebbe riuscito a sedurre e convincere buona parte dell’elettorato con i suoi “metodi duri” che gli hanno procurato l’appellativo di “castigatore” e di “Donald Trump delle Filippine”. Negli ultimi 30 anni, vestendo prima i panni di procuratore e poi quelli di primo cittadino di Davao, Duterte ha infatti ingaggiato una lotta senza quartiere contro la criminalità locale, facendosi autore di un numero elevatissimo di esecuzioni sommarie. E il suo orientamento – che è quello di proseguire spedito lungo questa via – avrebbe convinto una fetta importante dell’elettorato filippino attratto dal suo “pragmatismo” muscolare. E dal suo formulario che sfugge alle logiche del “politicamente corretto”. Contro di lui, la candidata “moderata” Grace Poe (figlia di due popolari attori delle Filippine) avrebbe ben poche chance di farcela. Almeno stando a quanto pronosticano fino a ieri dai sondaggisti.
Maria Saporito