La Sicilia e la Campania sono le due regioni italiane più a rischio per la “povertà educativa”, seguite da Calabria e Puglia. In poche parole, in queste due regioni mancano gli strumenti ed i servizi, oltre che le opportunità educative, per fornire ai giovani un apprendimento adeguato.
Una povertà inquietante, che si riflette sul futuro dei minori.
A far emergere i dati è stato un rapporto di “Save The Children” che si intitola: “Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?”.
Pochi i servizi per l’infanzia, manca il tempo pieno (almeno nell’8’% delle scuole secondarie di primo grado), insufficienza delle mense scolastiche (disponibili solo per poco più della metà degli alunni). Non solo: infrastrutture insufficienti nel 59% dei casi, e quasi il 20% degli alunni non è sufficiente per quanto concerne le competenze di lettura, il 25% per quelle di matematica. La dispersione scolastica è un dato che preoccupa: raggiunge il 15%.
Le regioni più virtuose, che offrono migliori strutture e servizi per l’educazione e la formazione ricchi e variegati sono Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Per il resto, invece, c’è ancora molto da fare per dare ai minori le giuste opportunità scolastiche (che sono un loro diritto) per sviluppare talenti e capacità.