E’ un’assoluzione totale dell’ente che rappresenta, quella che il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha sostenuto stamani prendendo posizione su una serie di questioni legate all’economia continentale.
Prima di tutto il fronte bancario, sul quale Vegas ha voluto ricordare a tutti l’importanza che ha avuto la nascita del fondo Atlante nell’alleggerire gli istituti di credito dalle sofferenze: “Iniziative private volte a costruire fondi specializzati negli interventi di ricapitalizzazione del settore bancario e nell’acquisto delle tranche più rischiose in operazioni di cartolarizzazione delle sofferenze sono di estrema importanza– ha affermato il numero uno della Consob-. Potranno offrire risposte efficaci e immediate ai problemi strutturali delle banche italiane.”
Nessun tetto ai titoli di Stato da parte delle banche, quindi, poiché il rischio è che un limite del genere potrebbe “avvantaggiare gli Stati con rating più elevati e costringere le banche a ridurre drasticamente e in maniera disordinata l’esposizione di titoli di Stato con rating peggiori. Ne conseguirebbe una nuova ondata di turbolenze e instabilità sul mercato dei titoli pubblici.” Meglio, quindi, lasciare che il mercato segua i suoi flussi spontanei di compra-vendita.
In secondo luogo Vegas ha voluto difendere l’operato suo e del suo organico dalle accuse piovutegli addosso dopo il fallimento di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. A chi ha sollevato il dubbio di un controllo poco rigoroso, Vegas ha voluto far sapere che: “I prospetti sono stati redatti nel rispetto delle regole di trasparenza previste dalle norme sul prospetto informativo, ed hanno dato massima evidenza a tutti i fattori di rischio connessi alla complessità degli strumenti e alla situazione in cui versavano le banche”, compreso il rischio di “perdere l’intero capitale investito.”
Da qui, continua Vegas, nessuno assicura che il prodotto finale sia stato rivenduto agli acquirenti seguendo le norme che prevedono trasparenza ed onestà, e su questo punto “sono in corso accertamenti in ordine al rispetto delle regole di condotta nel collocamento di questi prodotti alla clientela retail.” Nessuna colpa, quindi, per l’organismo di vigilanza che dovrebbe supervisionare il corretto comportamento delle parti in causa: “Le vicende relative alla liquidazione delle quattro banche- conclude- non mettono in discussione la validità di fondo dei modelli di vigilanza sulle prestazioni dei servizi di investimento.” In pratica un’autoassoluzione.
Giuseppe Caretta