Scene di follia collettiva provengono ancora una volta da un campo di calcio in Sud America, questa volta in Argentina,dove un nutrito gruppo di tifosi ha invaso il campo prima della partita valida per la promozione dalla quarta divisione per minacciare arbitro e giocatori avversari di morte.
In campo si affrontavano il Jorge Newbery squadra di Comodora di Rivadavia (città di non più di 200 mila abitanti situata in patagonia) ed il Circulo Deportivo di Nicolor Otamendi. I tifosi dell’Jorge Newbery volevano ottenere la promozione della loro squadra ad ogni costo e dopo le minacce sono passati ai fatti quando il Circulo Deportivo ha trovato il momentaneo pareggio: un istante dopo il pareggio, i sedicenti tifosi hanno cominciato a tirare pietre contro la tribuna avversaria e contro i giocatori, un momento di pura follia con le persone sulle tribune che cercavano in tutti i modi di lasciare lo stadio ed i giocatori terrorizzati. Il lancio di pietre ed oggetti si è poi placato quando la squadra della patagonia ha trovato il secondo vantaggio assicurandosi i calci di rigore che ne hanno decretato la promozione in terza divisione (una situazione surreale, durante i calci di rigore tutti i tifosi del Jorge Newbery erano in campo per assicurasi che tutto andasse per il verso giusto).
Una situazione singolare alle nostre latitudini ma che non è troppo distante dagli standard delle serie inferiori argentine, quello che ha stupito (in negativo) è che in mezzo ai tifosi belligeranti si trovasse anche una vecchia conoscenza del nostro campionato, il ‘pitu’ Barrientos: l’ex trequartista del Catania adesso in forza al San Lorenzo è nativo di Comodora ed era andato a tifare la sua squadra del cuore, sembra che, durante gli scontri, il calciatore abbia minacciato di morte donne e bambini impedendogli di abbandonare lo stadio. L’accusa a Pablo Barrientos è stata mossa dalla società avversaria tramite un comunicato ufficiale: “Inoltre condanniamo l’atteggiamento di Pablo Barrientos, attuale giocatore del San Lorenzo, che ha maltrattato donne e bambini quando cercavano di uscire dallo stadio, rivolgendo loro anche minacce di morte”. Una situazione deprecabile che quantomeno dovrebbe costare al club ed al calciatore una sostanziosa squalifica.
Fabio Scapellato