Legalizzare le unioni omosessuali in tutto il Paese. E’ questo l’obiettivo dichiarato dal Presidente messicano Enrique Pena Nieto, che ha espresso l’intenzione di ‘incorporare’ nella Costituzione il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
L’annuncio è stato dato ieri in occasione della Giornata Mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, che si celebra ogni 17 maggio a partire dal 2004, anno in cui l’Unione Europea ha stabilito la data per la ricorrenza.
Nieto, affiancato da rappresentanti di organizzazioni di difesa dei diritti degli omosessuali, ha reso noto di aver inviato al Parlamento due progetti di riforma, proponendo sostanzialmente la modifica dell’articolo 4 della Costituzione e riconoscendo di conseguenza “il diritto di contrarre matrimonio senza nessuna discriminazione”.
Il distretto federale di Città del Messico aveva autorizzato le unioni gay già nel 2009. Alla capitale avevano poi fatto seguito altri 3 stati messicani (su 31, ndr).
“Il nuovo articolo dispone che i matrimoni si realizzino senza nessuna discriminazione per motivi di origine etnica, handicap, condizione sociale, salute, religione, genere o preferenza sessuale”, ha spiegato il presidente. La proposta, d’altronde, non fa altro che formalizzare il parere già espresso l’anno scorso dalla Suprema Corte di Giustizia, che ha definito incostituzionali le norme statali che proibiscono le nozze gay.
Una scelta che provocherà certamente malcontento nel mondo della Chiesa: non va infatti dimenticato che il Messico è il secondo Paese al mondo per numero di cattolici.