Pena capitale. E’ quanto richiesto dal Procuratore Federale USA contro il 22enne bianco Dylann Roof, accusato di aver assassinato nove fedeli nella chiesa Emanuel di Charleston, nella Carolina del Sud, lo scorso 17 giugno 2015.
La chiesa, luogo simbolo della lotta contro la schiavitù nello stato della Carolina del Sud, è frequentata soprattutto da neri, e Dylann non ha mai mancato di esternare il suo profondo odio per la comunità nera, affermando sempre di non aver “alcun rimorso” per il gesto compiuto.
La strage di stampo razzista è stata accertata come “la più grave nella storia recente degli Stati Uniti”.
“La decisione di richiedere la pena di morte si impone data la natura stessa del crimine addebitato e i danni che ne sono derivati”, ha affermato il ministro della giustizia USA, Loretta Lynch, nella sua veste di procuratore generale.
Su Dylann Roof pendono 33 capi d’accusa, tra cui quello di ‘crimine d’odio’ razziale.
Non è stata ancora resa nota la data del processo. Non accade spesso che la giustizia federale americana chieda la pena di morte nel corso di un processo penale, anzi è piuttosto raro. Nei tempi recenti, si può ricordare Djokhar Tsarnaev, autore della strage di Boston, condannato anch’egli a pena capitale dalla giustizia federale.