Un falso profilo FB per rapire bambini; arrestate due adolescenti

In Inghilterra due adolescenti creano un falso profilo Facebook per rapire bambni
In Inghilterra due adolescenti creano un falso profilo Facebook per rapire bambni

Attenzione a quello che si legge sui social network, perché molto spesso la truffa e l’inganno sono in agguato. Ancora una volta il pericolo corre sul Web e soprattutto su Facebook, dove due adolescenti inglesi hanno ordito il sequestro di alcuni bambini, adescandone le madri su un falso profilo che prometteva abiti gratuiti e altri premi. A riportare l’agghiacciante notizia è ancora una volta il Daily Mail, che ha dedicato un lungo articolo all’accaduto.

Creano un falso profilo per rapire bambini; condannate a dodici anni

Un’iniziaiva con in palio abiti per bambini griffati, giocattoli e premi assortiti; è l’esca che hanno architettato Holly Kendall, 18 anni, e la sua compagna di classe Codie Farrar, 17 anni. Le due adolescenti avrebbero infatti creato un falso profilo Facebook, studiato appositamente per adescare un pubblico di mamme con bambini piccoli fra cui scegliere le loro vittime.

Le due rapitrici di bambini sono riuscite a convincere una delle madri a fornir loro l’indirizzo di casa; successivamente la diciassettenne Codie Farrar si è presentata a casa della donna, fingendosi un’assistente sociale venuta a prelevare il piccolo “per una visita medica”. Insospettita dal modo in cui la ragazza sorreggeva la testa del bambino, la madre di quest’ultimo  ha immediatamente contattato i servizi sociali. Facendo così scattare l’arresto per le due minorenni.

Sarebbe stata proprio la Farrar a fornire alla polizia il nome della sua compagna di classe, accusata di essere l’artefice e la “mente” del terribile piano. Che ha visto coinvolta – oltre alla madre del piccolo U., la cui prontezza di spirito è stata decisiva per l’arresto – anche altre due donne, contattate dalle adolescenti sul falso profilo Facebook.

Holly Kendall, l'ideatrice del piano, si fingeva incinta e aveva creato un falso profilo Facebook per adescare le famiglie delle vittime
Holly Kendall, l’ideatrice del piano, si fingeva incinta e aveva creato un falso profilo Facebook per adescare le famiglie delle vittime

Tre tentativi di rapimento in pochi mesi; l’artefice si fingeva incinta

Secondo una prima ricostruzione degli eventi basata sulle indagini e sulle dichiarazioni rilasciate da Codie Farrar, è stata Holly Kendall ad aprire un finto profilo su Facebook per contattare le vittime.  La diciottenne già da tempo fingeva di essere incinta; aveva allestito una nursery a casa sua e stampato una falsa ecografia da Internet, riuscendo a ingannare perfino la propria madre.

Per lei e la sua complice la condanna è di dodici mesi agli arresti.  Nelle dichiarazioni del Giudice Procuratore si legge fra l’altro che non si è trattato di una decisione momentanea e improvvisa ma di un piano d’azione prolungato nel tempo, che prevedeva (…) spostamenti in altre città anche lontane, camuffamenti (…) e la creazione di un falso profilo su Facebook per ottenere dettagli sulle famiglie a cui erano da poco nati dei bambini.” 

Gli eventi risalgono allo scorso Settembre, con la pubblicazione del profilo incriminato su cui venivano annunciati giveaway promozonali di abiti e accessori firmati per neonati. Secondo la difesa,  all’epoca Holly Kendall soffriva di disturbi psichiatrici mai diagnosticati che l’hanno spinta a inventare la falsa gravidanza e concepire il terribile piano.

La prima vittima presa di mira dalle rapitrici di bambini è stata una donna di Huddesfield, nello Yorkshire, madre del piccolo W. La Kendall l’avrebbe contattata lo scorso 14 Settembre, offrendole delle calze per bambini griffate. Fortunatamente però la donna si è rifiutata di fornire il suo indirizzo di casa, richiesto dalla Kendall per spedirle il millantato premio.

Stessa sorte è toccata alla mamma del piccolo S, a cui le rapitrici di bambini hanno mostrato un video con il “sorteggio” – ovviamente montato per l’occasione – del suo nome. 

Alla madre di U., la donna che le ha denunciate, era stato promesso un buono sconto di 100 sterline da spendere in vestiti per bambini. In seguito le è stato chiesto l’indirizzo di casa. E il giorno dopo, il 21 Settembre, la Kelland e la Farrar si sono presentate al suo domicilio per rapirle il figlio.

Codie Farrar, la rapitrice
Codie Farrar, la rapitrice che si è finta assistente sociale

Lo sgomento della vittima alla quale le due rapitrici di bambini hanno rubato il figlio

Codie Farrar è stata condannata a un anno di reclusione
Codie Farrar è stata condannata a un anno di reclusione

Secondo le dichiarazioni della vittima, la Farrar si è presentata a casa sua affermando di essere un’assistente sociale e millantando di un foglio, firmato dalla donna, per un’inesistente visitia medica al piccolo U. Ha poi proseguito chiedendo come stesse il bambino e ha voluto vederlo, ma di fronte alla sua richiesta di prelevarlo per pochi minuti, la madre si è insospettita. I suoi ripetuti dinieghi hanno innervosito la ragazza, spingendola nfine a darsi alla fuga.

“Sono distrutta dopo quello che è successo”, ha dichiarato nel corso dell’udienza la mamma di U. “Continuo a pensare a quel che sarebbe potuto succedere se mi avessero preso il bambino. Non faccio che piangere (…) perfino adesso, a distanza di mesi, non riesco più a fidarmi delle persone. Ho paura di rimanere in casa da sola, ma all’aperto mi sembra di andare in paranoia. Non appena un estraneo si avvicina al mio bambino mi agito, non mi fido.”

Dal giorno del tentato rapimento, la povera donna è emersa gravemente provata. “Ogni volta che sento qualcuno parlare con lo stesso accento della ragazza che è venuta a casa mia, mi sento morire. Mi torna tutto in mente. Il mio medico mi ha prescritto dei farmaci per l’ansia e la depressione (…) Questo incidente mi ha scosso. Al’inizio non osavo neppure tornare a casa, sono rimasta da mia madre per una settimana, ma avevo paura che qualcuno mi seguisse anche lì.”

Parole scioccanti e disperate che trovano un’eco nella ferma condanna alle due rapitrici di bambini; “Codie ha tentato di prelevare il bambino da casa, e il disagio fisico e psicologico causato alle piccole vittime  e alle loro madri non va assolutamente sottovalutato.”

Cristina Pezzica