Si è aperto stamane con una visita al santuario di Ise, tempio sacro dello scintoismo, il vertice g7 ospitato in quest’edizione proprio nel paese nipponico.
Una visita per rendere omaggio al luogo che celebra “la spiritualità del popolo giapponese”, quella che Obama e gli altri leader hanno voluto tributare alla dea sole dalla cui progenie è nata la famiglia imperiale. Ma, etichette a parte, sin da subito l’attenzione è ricaduta sulle enormi, delicatissime tematiche alle quali la riunione è chiamata a porre attenzione. La crisi dei migranti, quella che Papa Francesco non ha esitato a definire “la più grande catastrofe dalla seconda guerra mondiale”, e poi ancora la minaccia del terrorismo islamico, resa ancor più attuale dal contemporaneo blitz delle teste di cuoio in svolgimento a Parigi proprio in queste ore. C’è anche la crisi economica, una piaga “per cui occorre accelerare la crescita” e sulla quale “si sono espressi con preoccupazione tutti i partecipanti”, come ha ricordato il premier giapponese Abe in apertura d’incontro. C’è la questione Corea del Nord, che Obama ha introdotto con premura sostenendo che “quando si ha a che fare con un regime così instabile ed isolato, ciò pone una minaccia a medio temine alla quale dobbiamo porre molta attenzione.” Inoltre c’è il rapporto della comunità internazionale con la Russia, avversario politico mai del tutto sanificato: “E’ prematuro che (le sanzioni, ndr) vengano interamente cancellate”, ha affermato la cancelliera tedesca, Angela Merkel.
Intanto, a margine della cerimonia d’apertura, c’è il tempo per lasciarsi andare a qualche battuta al vetriolo che il presidente uscente degli Stati Uniti ha voluto lanciare nei confronti del prossimo candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump: “Molti leader sono scossi da Trump ed hanno buone ragioni per esserlo”, ha commentato Obama incalzato dai giornalisti, “molte delle sue proposte dimostrano ignoranza sulle questioni mondiali.”
Giuseppe Caretta