Erano quasi le 18 quando il Falcon 900 dell’Aeronautica militare con a bordo il fuciliere Salvatore Girone è atterrato all’aeroporto di Ciampino.
Quattro anni dopo l’inizio di quello che può essere definito un calvario giudiziario, anche il secondo militare ha dunque fatto
rientro in patria. Ad attenderlo c’erano la moglie Vania Ardito, i due figli e il padre di Girone. Presente anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e quello della Difesa, Roberta Pinotti. Proprio con quest’ultima, dopo aver salutato i familiari, Salvatore Girone si è abbandonato ad un lungo e sentito abbraccio. Avviandosi verso l’interno dell’aeroporto, c’è stato il tempo di rivolgere un saluto alle telecamere e ai fotografi, ai quali il marò ha fatto un cenno con le mani, come a dire di essere riuscito, alla fine, a fare ritorno in Italia. Nessuna dichiarazione ufficiale è stata però rilasciata al momento dell’avvio, mentre solo in serata, una volta fatto rientro nella sua casa di Bari, il militare si è lasciato andare ad uno sfogo personale: “L’Italia è bella- ha dichiarato- amo l’Italia, ringrazio tutti, siamo un bel popolo.”
Adesso per lui e Massimiliano Latorre si apre il lungo periodo dell’attesa che porterà alla conclusione del contenzioso internazionale. Prima, però, è tempo di festeggiamenti. Prevista la partecipazione di Girone alla parata per la Festa della Repubblica il 2 giugno a Roma, dove il presidente del Consiglio Matteo Renzi lo ha invitato appena avuta la conferma del suo rientro.
Per il militare barese, questo è il terzo rientro in Italia dall’inizio della vicenda che l’ha coinvolto assieme al collega Massimiliano Latorre. La prima volta fu in occasione delle vacanze di Natale nel dicembre 2012, poi a febbraio 2013 per esercitare il diritto di voto.
Giuseppe Caretta