Questa notte verrà dato il via alla quarantacinquesima edizione della Copa America, la competizione tra nazionali più antica del mondo anticipa il programma di due anni per festeggiare il centenario della sua creazione, per farlo, uscirà fuori dai confini dell’America Latina ed approderà negli Stati Uniti con la speranza di fare aumentare la passione degli americani per lo sport più seguito al mondo. Ad aprire le danze ci penserà la nazionale di casa affrontando la Colombia di James Rodriguez e Bacca, Gli Stati Uniti allenati da Jurgen Klinsmann sono una nazionale giovane ed in costante crescita che a differenza di quanto si possa pensare affronterà il torneo con buone chance di arrivare almeno alle semifinali.
La favorita è indubbiamente l’Argentina, la nazionale albi celeste può contare su fuoriclasse del calibro di Messi, Higuain, ed Aguero (127 gol in tre in questa stagione) ed è senza dubbio sulla carta la squadra da battere. Se non bastassero i pronostici gli argentini arrivano vogliosi di riscattare la sconfitta in finale dell’anno scorso contro il Cile di Jorge Sanpauli. I campioni in carica, orfani del loro allenatore, possono contare su un organizzazione di gioco notevole e su di un gioco offensivo corale esaltato dalle individualità di Sanchez e Vidal. Il Brasile arriva a questa competizione in ombra per l’assenza del suo fuoriclasse Neymar ( Il calciatore del Barcellona rifiaterà per partecipare alle Olimpiadi) ma il suo blasone obbliga ad inserirlo tra le contendenti più accreditate, lo stesso discorso vale per l’Uruguay, la celeste basa le sue possibilità sulla solidità difensiva e sulle invenzioni dei suoi attaccanti Cavani e Suarez, il centravanti del Barcellona, però, arriva a questa competizione con qualche problema fisico e potrebbe saltare tutta la fase a gironi.
La Copa America come al solito riserverà qualche sorpresa, ma sopratutto mostrerà uno spettacolo di tecnica che difficilmente potremo vedere in una competizione Europea, insieme a questo il motivo d’interesse maggiore riguarda proprio il percorso dell’Argentina, la nazionale allenata dal ‘Tata’ Martino deve riuscire a sfatare una maledizione che dura 23 anni e ben otto edizioni.
Fabio Scapellato