Fotografo ucciso a Catanzaro nel 1996: il delitto risolto dopo vent’anni

Ci sono voluti vent’anni per la verità. Venti lunghi anni durante i quali gli investigatori non hanno mai lasciato la presa per scoprire la verità sull’omicidio del fotografo Gennaro Ventura, avvenuto il 16 dicembre del 1996. Ventura usciva dallo studio fotografico, un’amica lo invitava a bere il caffè e lui era di fretta: “Facciamo un’altra volta”. Un’altra volta che non ci sarà, perché quel pomeriggio il fotografo venne ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Il suo corpo venne gettato in una cisterna del mosto, in un casolare in campagna.

fotografoIl corpo venne trovato solo nel 2008: sopra le ossa del cadavere, era rimasta la sua macchina fotografica tutta arrugginita, un mazzo di chiavi ed il cellulare. Per anni gli inquirenti hanno brancolato nel buio, senza comprendere il perché del terribile omicidio. Poi la famiglia consiglia loro di indagare sul periodo nel quale Ventura era stato carabiniere: in quegli anni aveva incastrato un giovanissimo mafioso, membro del clan Cannizzaro, come responsabile di una rapina. Si trattava di Raffaele Rao: aveva rapinato un perito chimico per ottenere grandi quantitativi di droga. Allontanandosi, Rao si era imbattuto in Ventura, il quale poi a processo l’aveva riconosciuto.

Era il 1991: sei anni dopo, la condanna a morte di Ventura, maturata nell’ombra del clan per tutti quegli anni, era stata segnata. Ma adesso gli inquirenti hanno tirato le briglia del giallo: il mandante dell’omicidio è Domenico Cannizzaro, capo dell’omonimo clan. Gennaro Pulice è stato l’esecutore materiale ed ha confessato.

Mariagrazia Roversi