Ci sono date capaci di suscitare reazioni immediate. Quella del 4 luglio – che segna l’anniversario della festa dell’indipendenza americana – è una di queste. Chi non sa, infatti, che nella giornata di oggi gli americani si dedicheranno alle loro attività preferite, dando prova di un senso del patriottismo che – al netto della retorica e dei tanti accadimenti più o meno traumatici – sembra sopravvivere caparbiamente negli States? Impossibile per il motore di ricerca più famoso del mondo (che è tra l’altro americano) non dedicare il doodle del giorno all’Indipendence Day più famoso del mondo.
Ma cosa festeggiano esattamente gli americani il 4 luglio? L’adozione della dichiarazione d’indipendenza approvata nel 1776. Che sancì, di fatto, la liberazione delle allora 13 colonie americane dal dominio del Regno della Gran Bretagna. Per celebrare l’evento come si deve, Google ha pensato di dare forma a un doodle divertente, che rappresenta le stelle della bandiera americana affaccendate in attività inconfondibilmente nazionalistiche. Qualche esempio? C’è chi fa il barbecue e chi marcia in parata, chi gioca a baselball e chi si dedica al surf, chi fa giardinaggio e chi si abbronza al sole. Senza dimenticare i concerti, i picnic, gli addobbi e i fuochi d’artificio che contraddistingueranno anche questo 240simo Indipendence Day. Che anche il cinema ha contribuito a “fissare” nell’immaginario collettivo: si pensi a pellicole come “Nato il 4 luglio” di Oliver Stone o “Forest Gump” di Robert Zemeckis, solo per citarne due.
Ma il 4 luglio americano non è l’unico evento a cui Google ha scelto di dedicare un doodle. Dall’altra parte del globo, infatti, molti residenti delle città stanno per spostarsi in massa per raggiungere i centri rurali dove sono nati. Succede in Indonesia (ma anche in Pakistan e in Bangladesh), in occasione del cosiddetto “Mudik”. Si tratta, come già accennato, di una temporanea migrazione di massa che riporta nelle campagne tutti coloro che (per vari motivi) si sono trasferiti nelle grandi città. E che segna il ricongiungimento con la famiglia di origine. L’impatto che questo evento ha nelle abitudini degli indonesiani non è trascurabile. A spostarsi con ogni mezzo – dalle automobili alle motociclette passando per i treni e gli autobus – sono, infatti, generalmente i membri delle classi più povere (operai, domestici, impiegati nei servizi) che lasciano un “vuoto” significatico nel sistema economico delle città. Il risultato? Molte attività rimangono chiuse e i “ricchi” sprovvisti di servitù devono arrangiarsi diversamente.
Maria Saporito