Si chiamava Kem Ley ed era una delle voci più note e critiche della Cambogia, l’uomo freddato questa mattina con alcuni colpi di pistola mentre si trovava in un bar, nel centro commerciale della capitale, Phnom Penh.
Kem Ley si trovava seduto al bar quando un uomo armato si è avvicinato e lo ha ucciso con alcuni spari, venendo prontamente arrestato dalla polizia.
La polizia si è affrettata a dare una versione del fatto per cui Kem Ley sarebbe stato ucciso per una questione di prestito di denaro mai restituito. La tensione politica in Cambogia tocca le stelle, e non è certo la prima volta che oppositori politici fanno una brutta fine, come il sindacalista Chea Vichea, ammazzato nel 2004.
Kem Ley era una voce critica in Cambogia, accusava senza troppi peli sulla lingua il primo ministro Hun Sen. Solamente qualche giorno fa, Ley aveva accusato Sen di utilizzare la magistratura per eliminare tutti gli avversari politici ed i dissidenti.
Kem Ley faceva riferimento ad un caso di cronaca recente della Cambogia in cui il governo era riuscito a mettere in galera i principali leader dell’opposizione. Hun Sen è un ex khmer rosso, il Paese che governa è ufficialmente una democrazia, ma di fatto è un’oligarchia al capo della quale vige lo strapotere di Hun Sen e dove non sono permesse opposizioni.