Stati Uniti, critichi la polizia sui social? Vai in carcere!

polizia dallas Quattro uomini di Detroit sono stati arrestati nelle scorse settimane per aver postato sui social network che il capo della polizia era “troppo minaccioso”.

In un altro caso, un uomo è stato arrestato perchè ha scritto su Twitter che Micah Johnson – il responsabile dell’uccisione di 5 poliziotti a Dallas la scorsa settimana – è un eroe. In nessuno dei due casi è stata resa nota l’identità degli uomini, nè il capo d’accusa a loro imputato.

“So che è una modalità nuova, ma voglio che queste persone siano incriminate“, ha detto il capo della polizia di Detroit, James Craig. “Ho dato mandato ai miei uomini di preparare quattro mandati per questi individui, vedremo quale sarà la sede migliore per portare avanti le accuse”.

Una decisione che sta sollevando non poche polemiche negli Stati Uniti. “Arrestare le persone per essersi espresse è un qualcosa che dovrebbe farci stare tutti sull’attenti“, ha detto il tecnologo della sicurezza presso il Berkman Klein Center for Internet & Society della Harvard University, Bruce Schneier.

E quello di Detroit non è l’unico caso: nelle ultime settimane è avvenuto lo stesso in Connecticut, in Illinois e in New Jersey, dove la polizia ha provveduto ad arrestare rispettivamente Kurt Vanzuuk, Jenesis Reynolds e Rolando Medina per aver rivolto critiche, ingiurie ed espressioni violente nei confronti delle forze dell’ordine.

“Certo, la pubblicazione di questo genere di cose sui social media è un cattivo pensiero”, afferma al “Detroit News” il professor Larry Dubin della ‘University of Detroit Mercy School of Law’. “Ma avere un cattivo pensiero non è necessariamente un crimine“.