I grandi fatti internazionali e le piccole polemiche italiane

Italia-nel-mondoSono giornate segnate da fatti inconfutabilmente seri. Da qualche settimana, gli accadimenti registrati nel resto dell’Europa, negli Stati Uniti e nella “polveriera” del Medio-Oriente hanno costretto in un angolo le “piccole beghe” di casa nostra. Brexit, attentati, accenni di guerriglie civili a sfondo razziale e colpi di Stato sventati hanno catalizzato l’attenzione di tutti i media italiani, che non hanno potuto fare altro che constatare la sproporzione tra le questioni dibattute dentro e fuori lo Stivale. Sia ben chiaro: non vogliamo qui condannare nessuno. La politica interna ha, inevitabilmente, un respiro più corto di quella estera, ma le modalità di discussione a cui essa ricorre appaiono sempre più sconsolanti. E le polemiche italiane sempre più asfittiche.

La calda estate mediatica 2016 ha inaugurato il palinsesto con il referendum con cui i sudditi di Sua Maestà hanno deciso di congedarsi dall’Unione Europea. Per parecchi giorni, non abbiamo sentito parlare di altro, in balia di profezie di ogni tipo sul futuro del Regno Unito e dell’intero Vecchio Continente. E non era che l’inizio: il mese di luglio si è aperto sotto i peggiori auspici, con la notizia di un attentato terroristico a Dacca (capitale del Bangladesh) nel quale hanno perso la vita 22 civili. Estate torrida anche negli Stati Uniti d’America dove l’uccisione (apparentemente immotivata) di alcuni giovani afro-americani, per mano di agenti della polizia, ha accesso l’ennesima miccia dello scontro razziale. Con conseguenze più che pesanti in varie città degli States dove si continuano a contare vittime tra poliziotti e civili dal “grilletto facile”.

E poi ancora il colpo di Stato dello scorso 15 luglio in Turchia dove un gruppo più o meno (mal)organizzato di militari ha tentato di strappare il potere al presidente Erdogan. Che ha reagito con il “pugno di ferro”, predisponendo l’arresto di moltissimi presunti golpisti (non solo tra le fila dell’esercito, ma anche della magistratura), nel più completo dispregio dei più elementari diritti umani. E infine l’attentato di Nizza, che ha insanguinato la festa della Repubblica sulla Promenade des Anglais, seminando morte tra turisti e residenti. A terra restano 84 corpi, falciati dalla folle corsa di un camion guidato dal franco-tunisino, Mohamed Lahouaiej Bouhlel. La tragica sequela di fatti appena elencati – a cui deve aggiungersi l’ultimo incidente, registratosi nella tarda serata di ieri in Germania, dove un 17enne di origine afgana ha ferito, con un accetta, quattro passeggeri su un treno – definisce i contorni di un quadro quanto mai allarmante. Che reclama interventi coraggiosi e ben concertati.

Ma non solo: la gravità delle vicende estere ridimensiona notevolmente la portata delle questioni dibattute in Italia. Dove (eccezion fatta per il tragico incidente ferroviario in Puglia e per gli sbarchi dei migranti), la politica continua ad “avvitarsi” su piccole polemiche asfittiche, tra partiti percorsi da presunte “intifade” interne, movimenti inciampati in Statuti non-Statuti e strategie di piccolo cabotaggio parlamentare. Seguendo modalità di discussioni stantie, che confermano l’immagine di un Paese che si perde in “beghe da condominio” mentre fuori infuria la tempesta.

Maria Saporito