Massimiliano “Max” Fanelli ha lasciato questa terra. Il paladino della lotta per l’eutanasia, originario di Senigallia, si è spento a 54 anni, addormentandosi nel letto d’ospedale circondato dall’affetto di sua moglie Monica, che in tutti questi anni è rimasta sempre al fianco del marito malato.
Fanelli era arrivato allo stremo delle forze, ma ha portato avanti la sua battaglia fino agli ultimi giorni. Chiedeva che anche in Italia quelli come lui, ovvero tutti i malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), potessero scegliere come e quando porre fine alla loro vita. La sua prima apparizione fu il 21 gennaio 2015, in un video su internet che lo rese noto al grande pubblico.
Da lì, la lotta di “Max” è proseguita su tutti i mezzi di comunicazione (giornali, televisioni, ecc.) senza dimenticare la politica, la società civile e persino la Chiesa, da sempre ostile all’eutanasia. Massimiliano Fanelli chiedeva solo di poter chiudere gli occhi, quegli occhi che erano diventati ormai l’unico modo per potersi esprimere.
Attraverso gli occhi, infatti, “Max” riusciva a mantenersi in contatto con il mondo esterno grazie ad un comunicatore elettronico. Fino a ieri, quando Fanelli ha cessato di vivere nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Senigallia, dove era stato ricoverato per una grave infezione che nei giorni scorsi gli aveva anche dato febbre alta.
I funerali dovrebbero tenersi domani, in forma laica.