La Russia dell’atletica leggera non parteciperà alle prossime Olimpiadi di Rio. E’ questo il verdetto, impietoso, con il quale il Tas di Losanna ha respinto il ricorso presentato da 68 atleti russi tra i quali la campionessa dell’asta Isinbaeva.
La Iaad (la federazione mondiale antidoping) ha così avuto ragione quanto, dopo aver esamintao il dossier Wasa sulla presunta manipolazione dei test antidoping, avvenuta con l’ingerenza dei servizi segreti del Cremlino, ha deciso di radiare cinque tecnici e cinque atleti. Da li il primo filone d’inchiesta che oggi rischia di costare carissimo a tutta la Russia. Il portavoce di Putin, Dimitriv Peskov, ha espresso “profondo rammarico” per la decisione del Tas, ed ha aggiunto: “Dal nostro punto di vista il tema della responsabilità collettiva difficilmente può essere accettabile. di tratta di atleti che si stavano preparando alle Olimpiadi che non hanno a che fare con il doping, i loro test venivano prelevati regolarmente dalle agenzie antidoping straniere.”
Intanto, il presidente della Iaaf, Sebastian Coe, ha commentato in questo modo la vicenda: “Siamo grati che le nostre regole e il codice anti-doping siano sostenuti, ma questo non è un giorno per le dichiarazioni trionfali”. “Non è mia intenzione fermare gli atleti, il desiderio della nostra Federazione è di includere, e non di escludere.” Un terremoto che rischia di avere ripercussioni anche sui prossimi campionati Mondiali di calcio, in programma fra due anni. Yelena Isinbaeva, primatista ed icona del suo sport, ha definito questa giornata “il funerale dell’atletica”.
Giuseppe Caretta