Emilia Romagna, proposta della Regione: “Vietare i gadget fascisti”

La sinistra emiliana vuole chiudere col ventennio fascista. In una risoluzione approvata con i voti favorevoli di Pd, Sel e AltraEr, si è esteso il reato di apologia del fascismo “anche alla vendita e diffusione di gadget con immagini del regime.”

souvenir-fascismoMa questo, in realtà, non vuole che essere un primo passo affinchè il reato “venga inserito nel codice penale, consentendo così la repressione dei reati legati alla riproduzione di atti, linguaggi e simboli del nazifascismo.” Tutto ciò è scaturito dalla notizia di due turisti americani di origini ebraiche scandalizzati dai souvenir nazifascisti con i quali era allestita una vetrina di un negozio della Riviera, tra l’altro uno dei tantissimi presenti in zona. Da qui la proprosta.

Per Tommaso Foti (Fdi-An), la risoluzione rischia di “ispirate ordinanze di divieto da parte di taluni sindaci che possono compromettere il commercio di cimeli e pubblicazioni dell’epoca fascista in mercatini dell’antiquariato.” Ma è proprio su questo punto che le opinioni divergono da quelle dei suoi promotori. Per Nadia Rossi (Pd), prima firmataria della proposta, è importante “dare un segnale contro la banalizzazione della storia e del male rappresentato dal totalitarismo fascista, perchè la memoria non può venire offuscata da mere logiche commerciali.”

Giuseppe Caretta