Ratzinger: “Non sono un fallito, prendere decisioni non è il mio forte”

ratzingerUna lunga confessione, quella del Papa emerito Joseph Ratzinger nel libro-intervista che uscirà domani, dove l’ex Pontefice rivela molte cose in merito alle sue dimissioni del febbraio 2013, che portarono poi all’elezione di Papa Francesco.

Un caso più unico che raro, che suscitò tantissimo clamore, non soltanto nel mondo cattolico: il precedente più noto di ‘dimissioni’ è quello di Celestino V (Pietro da Morrone) nel 1294, sui cui fece riferimento (seppure non esplicito) anche Dante nella Divina Commedia (“colui che fece per viltade il gran rifiuto”, ndr).

“Un mio punto debole è forse la poca risolutezza nel governare e prendere decisioni. Il governo pratico non è il mio forte e questa è certo una debolezza – spiega Ratzinger – Francesco è l’uomo della riforma pratica, ha l’animo per mettere mano ad azioni di carattere organizzativo”.

Benedetto XVI nega di aver dato le dimissioni perchè “sotto pressione”. “Non si è trattato di una ritirata sotto la pressione degli eventi o di una fuga per l’incapacità di farvi fronte. Non è nemmeno vero che ero deluso o cose simili. Anzi, grazie a Dio, ero nello stato d’animo pacifico di chi ha superato la difficoltà”.

Non riesco a vedermi come un fallito – ha aggiunto Ratzinger – Per otto anni ho svolto il mio servizio. Ci sono stati momenti difficili, ma anche un grande movimento positivo”.

Ora bisogna prepararsi alla morte, a superare l’ultimo esame di fronte a Dio – conclude l’ex Pontefice – Cerco di farlo pensando sempre che la fine si avvicina”.