Catania, presso il Teatro della Città la prima esperienza di ‘Teatro dell’Arte’

Morte della Vergine, dettaglioNasce a Catania, su iniziativa di privati, la prima esperienza di ‘Teatro dell’Arte’. Il palcoscenico diventa luogo di promozione per opere dei più svariati generi artistici proposte al pubblico sia in chiave divulgativa che in chiave commerciale. I promotori dell’evento sono: una famiglia di collezionisti d’arte, un teatro cittadino e un gruppo di professionisti nei diversi ambiti interessati. La prima ha messo a disposizione, per l’appuntamento del 29 settembre – anniversario della nascita del Caravaggio, una copia ottocentesca della “Crocifissione di san Pietro” di Guido Reni, epigono del pittore lombardo, e una serie di opere di Fabrizio Clerici; il secondo, il Teatro della Città, i propri spazi e la propria organizzazione; infine, una squadra di esperti ha messo a punto il progetto che qui di seguito riportiamo nei punti più salienti della presentazione:

Il titolo dell’iniziativa (‘Il Teatro dell’Arte’, ndr) rende già l’idea che ne sta alla base: creare, attraverso il teatro, occasioni di circolazione per manufatti artistici dei generi più vari. Un dipinto ottocentesco ad olio (di scuola caravaggesca, ndr) ci guiderà nell’arte di Caravaggio. Il quadro farà da scenografia ad un monologo la cui protagonista è Maddalena Antonietti, amante del Caravaggio nonché sua modella per l’altro celeberrimo quadro “La morte della Vergine”. Il monologo è ambientato nello studio del pittore lombardo.
Fabrizio Clerici, milanese di nascita e romano d’adozione, è stato uno fra gli artisti più importanti del 20° secolo. Vincenzo Consolo lo ha voluto suo protagonista in Retablo, viaggio in Sicilia ambientato nel 700. In questo primo appuntamento del progetto, il romanzo di Consolo diventa testo per il teatro e la scena in cui esso vive è costituita esclusivamente dai disegni dell’artista milanese.
Le messe in scena saranno precedute da una settimana di esposizione delle opere che ne costituiranno la scenografia; esse saranno messe in vendita ad un’asta che si svolgerà in occasione dello spettacolo”.

A prescindere dall’importanza degli artisti presentati, pittori e scrittori, la novità della proposta risiede nel meccanismo che apre una prospettiva diversa nell’ambito della cultura teatrale e della sua sopravvivenza attraverso sostegni nuovi e rispettosi del momento di revisione di spesa che attraversa il paese.

Non sappiamo quale sarà l’esito dell’esperimento. Possiamo solo augurare che allo spirito innovativo che lo anima si accompagni anche la smentita di un assunto del 2010 tristemente riecheggiante ancora oggi: “Con la cultura non si mangia”.