Etiopia: la polizia reprime i manifestanti, 175 i morti

etiopiaIn alcune parti del mondo professare la propria religione può risultare fatale: oggi ad Oromia, regione dell’Etiopia (40 km a sud della capitale Adis Abbeba) un gruppo di fedeli si era riunito per celebrare la festività religiosa, alcuni leader stavano parlando da un palco, quando, ad un tratto, un cordone di polizia si è stretto intorno ai manifestanti sparando alcuni colpi d’avvertimento.

L’azione degli agenti ha causato una piccola reazione da parte di alcuni manifestanti che hanno cominciato a lanciare bottiglie e pietre in direzione delle forze dell’ordine al suono di “Libertà“e “Giustizia“: da mesi in Etiopia ci sono movimenti popolari di rivolta contro il governo, colpevole, secondo loro, di opprimere la popolazione con leggi troppo restrittive e punitive. Questa situazione ha causato nei mesi precedenti un numero preoccupante di scontri, per colpa di una linea repressiva dura da parte del governo che permette l’uso della forza per scacciare in contestatori.

Data la situazione, i colpi d’avvertimento dei poliziotti sono suonati come una provocazione, provocazione accolta troppo facilmente da un piccolo gruppo di cittadini che con la loro reazione hanno “Autorizzato” l’azione repressiva dell’esercito. I militari hanno cominciato a lanciare lacrimogeni in direzione della folla spingendo i partecipanti contro il palco, molti per fuggire sono rimasti schiacciati dalla folla stessa, altri ancora spinti dal terrore sono caduti all’interno di burroni perdendo di colpo la vita.

Al momento non ci sono notizie precise riguardo al numero di morti, ma le prime fonti ufficiali parlano di oltre un centinaio di vittime, ‘Oromia Media Network‘ parla addirittura di un numero vicino alle 175 vittime. In un comunicato successivo ai tumulti, il Governo etiope ha confermato che in seguito a scontri tra facinorosi in cerca di tumulti e forze dell’ordine ad Oromia, durante un festival religioso, sono morte diverse persone, ma in questo caso non vengono citati numeri.